Milano

Sala contro Draghi, il significato. Sherpa al lavoro per ricucire

Beppe Sala ha pensato al territorio più che alla politica nazionale, anche confidando nell'ascesa di Draghi al Colle. E ora...

Sala contro Draghi, il significato. Sherpa al lavoro per ricucire

di Fabio Massa

Non era partito così, il rapporto Draghi-Sala. Niente affatto. Nei primi giorni, e settimane, Beppe Sala si sentiva con Mario Draghi. Avevano una consuetudine, seppur non amicale e comunque mediata, che risaliva nel tempo. Rumors raccolti da Affaritaliani.it Milano raccontano di una proposta di disponibilità da parte del sindaco di Milano a sostenere le politiche di Draghi sul territorio. Era l'inizio, i primissimi giorni, la prima decade di febbraio. Draghi doveva scegliere i ministri, e Milano voleva avere la sua parte. C'era chi spingeva per avere il rettore Ferruccio Resta impegnato sullo scacchiere nazionale. Non andò così, ma comunque Milano è stata rappresentata ampiamente. Poi, con il passare dei giorni, il raffreddamento. La campagna elettorale, poi la vittoria. Beppe Sala ha pensato al territorio più che alla politica nazionale, anche confidando nell'ascesa di Draghi al Colle. E una persona come il sindaco di Milano non agisce contro il futuro presidente della Repubblica, che - da sempre - ritiene il potere più alto di tutti. Più che l'esecutivo, per Sala, ha sempre contato il Colle.

Sala contro Draghi, a livello politico che cosa vuol dire? 

Ieri, l'attacco frontale. Era in preparazione da giorni, con il fidato Emmanuel Conte, assessore al Bilancio, uomo dei numeri dalla faccia serena e della voce tranquilla ma sulla cui precisione e durezza non bisogna farsi illusioni negative. A livello politico che cosa vuol dire? In effetti - giurano gli amici di Sala - assai poco. Da sempre i Comuni attaccano il Governo per cercare di chiudere i bilanci, e alzano la voce. Lo faceva Gabriele Albertini, l'ha fatto Letizia Moratti. E' una dinamica consolidata: i burocrati di Roma sanno che si alzeranno i toni, quindi partono sempre senza alcuna empatia nei confronti degli enti locali, per poi arrivare a una mediazione. Pare - secondo quanto risulta ad Affari - che gli sherpa siano già al lavoro. Prassi consolidata dalla politica.

Beppe Sala potrà avere un ruolo tra i "draghiani" del Nord?

Il problema, dunque, non è sul lato milanese del fiume. Ma è su quello romano, anzi "draghiano". Come prenderà Mario Draghi il complaining di Sala? Lo considererà un affronto? Oppure la normale dinamica di discussione politica sul bilancio? E in un'ottica futura, se davvero Draghi dovesse decidere di avere un futuro politico, Beppe Sala potrà avere un ruolo tra i "draghiani" del Nord, che non sono pochi e che sono in costante crescita? Ecco, a questo interrogativo può rispondere solo il capo dell'Esecutivo. E i suoi uomini, come Antonio Funiciello. Che non a caso è attivo nella complicata partita di ricucitura.

fabio.massa@affaritaliani.it

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