Politica

Ucraina, Mulè (Difesa): "Borrell? Non si può combattere all'infinito"

Di Alberto Maggi

"Svezia e Finlandia nella Nato? Non si entra dall'oggi al domani"

"L'unica soluzione è arrivare a una pace con la Russia, senza però sguarnire soprattutto in questo momento la prima linea. E' cioè necessario, in questa fase, aiutare l'Ucraina anche con mezzi militari per difendersi dall'aggressione della Russia. Si tratta di un'azione coordinata: insieme alla deterrenza delle armi deve esserci necessariamente il dialogo. Un negoziato serrato serve per arrivare come primo obiettivo al cessato il fuoco. La guerra non si risolve combattendo all’infinito, ma in questa fase va sostenuta l'Ucraina per non farla soccombere". Con queste parole il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, intervistato da Affaritaliani.it, commenta le parole durissime dell'Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell, secondo il quale "questa guerra sarà vinta sul campo". Affermazione che ha scatenato la protesta di Mosca.

L'incontro tra il cancelliere austriaco Karl Nehammer e il presidente Vladimir Putin può essere utile? "Tutto può essere utile, anche le azioni di stati che hanno una neutralità temperata o assoluta come l'Austria. La direzione è quella della ricerca della pace, ben venga quindi la missione del cancelliere Nehammer".

L'Italia è pronta ad accogliere Svezia e Finlandia nella Nato? "Il principio dell'alleanza è quello dell'autodeterminazione. Un'adesione non si decide su due piedi, anche se non c'è un no preventivo a paesi democratici e a democrazie mature. Non si entra nella Nato dall'oggi al domani, la richiesta di adesione viene accolta solo con l'unanimità di tutti i paesi dell'alleanza. Se solo uno dei 30 paesi della Nato si oppone, si blocca tutto come prevede l’articolo 10 del trattato".

E infine i rapporti con la Russia. Con Putin il dialogo è chiuso per sempre, come dice il primo ministro britannico Boris Johnson, o una volta raggiunta la pace in Ucraina si può riaprire un canale con Mosca? "La pace serve anche per tornare al dialogo. I rapporti si possono interrompere in modo violento: è come il caso di un infarto, ma se dopo c'è la capacità di curare il danno con i bypass, il dialogo riprende nel rispetto delle reciproche posizioni. Nessuna chiusura, dunque, la pace serve anche per ricominciare ad avere rapporti sulla scorta di quanto accaduto con relazioni nuove e diverse. La pace va cercata in modo ostinato instaurando un nuovo dialogo con Mosca", conclude Mulè.

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