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Auto e Motori
Luca de Meo, CEO di Renault lancia l'allarme, miliardi di multe per il mancato rispetto degli obiettivi sulle emissioni di CO2 del 2025

L'industria automobilistica europea è a rischio di pesanti sanzioni, fino a 15 miliardi di euro, se non riuscirà a soddisfare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2025.

Questo il monito di Luca de Meo, CEO del Gruppo Renault e presidente dell'Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA), come riportato da Reuters che ha sottolineato come la lenta crescita della domanda di veicoli elettrici stia mettendo sotto pressione i produttori.

A partire dal 2025, l'Unione Europea ha stabilito che le nuove auto vendute non dovranno superare una media di 94 grammi di CO2 per chilometro, un obiettivo molto più stringente rispetto ai 116 g/km previsti per il 2024. Le aziende automobilistiche che supereranno tali limiti saranno soggette a multe salate, calcolate in 95 euro per grammo di CO2 in eccesso, moltiplicato per il numero di veicoli venduti.

"Se la vendita di veicoli elettrici rimane al livello attuale, le case automobilistiche potrebbero essere costrette a pagare miliardi di euro in sanzioni o ridurre drasticamente la produzione di veicoli", ha affermato de Meo durante un’intervista a France Inter il 7 settembre. Ha inoltre evidenziato come l’attuale tasso di adozione dei veicoli elettrici sia insufficiente per evitare multe, nonostante il crescente interesse per l'elettrificazione del settore.

Alcuni marchi, come Toyota, che ha un'ampia offerta di veicoli ibridi a basse emissioni, e Tesla, già interamente elettrica, sembrano più vicini a raggiungere gli obiettivi del 2025, mentre altre aziende, come Ford e Volkswagen, si trovano ancora lontane dalle loro mete. Anche Geely, con la sua strategia già consolidata, ha raggiunto gli obiettivi imposti.

De Meo ha esortato le autorità a introdurre maggiore flessibilità nelle normative, sostenendo che stabilire scadenze rigide senza un margine di manovra può risultare pericoloso per l'intero settore. "Il vero problema non è il 2035, ma il 2025", ha concluso de Meo, sottolineando l’urgenza di intervenire ora per evitare sanzioni paralizzanti e salvaguardare la competitività dell'industria europea.

 






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