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Omicidio Santo Romano, i genitori del killer 17enne: "Nostro figlio ingestibile, perdonateci". La lettera
Lo sfogo del padre e la madre del ragazzo fermato: "Siamo una famiglia normale, non siamo pregiudicati"
Omicidio Santo Romano, la lettera ai familiari della vittima: "Inaccettabile e ingiustificabile quello che ha fatto nostro figlio"
Continua a tenere banco il terribile omicidio di Santo Romano a Napoli, il ragazzo di 19 anni ucciso da un 17enne per futili motivi con un colpo di pistola al petto. Al dramma della famiglia della vittima si aggiunge (seppur differente) anche quello dei genitori del ragazzo fermato e accusato di aver ucciso Santo. "Vi chiediamo scusa, perdono - scrivono i genitori del killer alla famiglia di Santo Romano in una lettera - per ciò che ha fatto nostro figlio per il dolore terribile che vi è stato inflitto". A renderla nota è stato Luca Raviele, l'avvocato dell'indagato, dopo la decisione del gup - riporta Napolitoday - di convalidare il fermo di questi per omicidio volontario aggravato e tentato omicidio.
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"Ci rivolgiamo - si legge nella lettera - ai genitori, ai nonni, agli zii, ai cugini, alla fidanzata, agli amici, a tutta la famiglia e a tutte le persone che amavano Santo noi siamo i genitori e vi chiediamo scusa e perdono per ciò che ha fatto nostro figlio, per il dolore terribile che vi è stato inflitto, per la tragedia che state vivendo. Perdere un figlio - prosegue la lettera - è una cosa inaccettabile, inspiegabile, un dolore che vi accompagnerà per tutta la vita, nostro figlio ha distrutto la vostra famiglia, ma anche la nostra. Noi siamo una famiglia umile, mio marito lavora, abbiamo un camion dei panini, i nostri figli sono stati cresciuti in una famiglia normale, di lavoratori".
"Io sono la mamma - si legge ancora nella lettera - non sono una pregiudicata, e né affiliata ai clan. Siamo una famiglia normale, come tante. Mio figlio è stato sempre curato e seguito da piccolo dalla neuropsichiatra infantile. Due anni fa, diventò ingestibile. Subito sono stati presi provvedimenti, con i servizi sociali. Ma rifiutava medicine e visite. Noi - concludono - siamo una famiglia sconvolta e distrutta insieme alla vostra e chiediamo perdono da parte di nostro figlio".