Politica

"Abbasso Salvini": Sinistra, cattolici, tutti contro. Ma il suo consenso sale

Marco Zonetti

Il leader della Lega nel mirino di intellettuali, periodici cristiani, riviste pop e così via. Ma l'attacco risulta scomposto e finisce per giovargli

Matteo Salvini giudicato "persona non grata" dal consiglio comunale di Maiorca. Poche ore prima della diffusione di questa notizia, sui social si discuteva animatamente del "fanculo" con cui la cantante Nina Zilli lo aveva apostrofato durante un concerto. 

Qualche giorno fa era stata la volta di Famiglia Cristiana con il suo "Vade retro Salvini", che faceva pendant con quel "Ministro della Malavita" appioppatogli da Roberto Saviano (ora indagato per diffamazione dopo la querela del vicepremier leghista). E ancora non si placano le polemiche sul "finto" manifesto di Rolling Stone che avrebbe dovuto riunire una serie di artisti e intellettuali contrari alle politiche del Ministro dell'Interno, manifesto poi sconfessato da molti di loro, in primis Enrico Mentana.

Questi di cui sopra sono solo i casi più eclatanti di un pedissequo fuoco di fila mediatico contro Matteo Salvini, un plotone di esecuzione in perenne attività che fa capo a figure istituzionali legate al Pd o alla Sinistra, a testate cattoliche quali Famiglia Cristiana, per l'appunto, ma anche Avvenire, e a personaggi di fede "rossa".

Attacchi continui ai quali Salvini risponde con una scrollata di spalle, spesso irridendone gli autori e accrescendo la propria popolarità già al massimo storico. Sì, alla luce di queste maldestre invettive, Matteo Salvini finisce per essere visto come una vittima della vecchia politica sconfitta, come un capro espiatorio di tutti i mali, e per il classico effetto underdog (del cane bastonato) aumenta il proprio consenso. Un po' come succedeva a Silvio Berlusconi anni fa, quando gli accanimenti giudiziari e mediatici da parte degli ambienti di Sinistra finivano per farlo assurgere alla statura di eroe incompreso e osteggiato da chi non voleva "farlo lavorare".

Ora, il fondamento della democrazia è la possibilità di fare le pulci al potere costituito e l'azione di "cane da guardia" verso i leader di governo è basilare ed essenziale in una società civile, ma dal punto di vista della comunicazione (e la politica è ormai tutta comunicazione) le critiche alle figure istituzionali non devono scadere nel paranoico esercizio di demonizzazione poiché automaticamente si tramutano per assurdo in consensi. 

Dopo cinque anni di governo del Pd, l'avvento del polo Lega-m5s è attualmente visto da un'ampia fetta della popolazione italiana come una scossa benefica al sistema, e questo è un dato di fatto che prescinde dalle simpatie per questo esecutivo. Ecco perché, in questo preciso momento storico in cui il nuovo governo non si è ancora cimentato con i temi più spinosi del nostro Paese, peraltro attualmente intorpidito dal sonnacchioso incantesimo del limbo estivo, gli insistenti attacchi finiscono per essere controproducenti. Tanto per fare un esempio, davvero la Sinistra pensa che ritwittare e diffondere con ossessiva scientificità la notizia dell'interdizione di Salvini dalle acque di Maiorca possa scalfire minimamente la sua popolarità? La puntuale risposta del vicepremier: "Chissenefrega, tanto io faccio le mie vacanze in Italia" è sufficiente a chiudere la vicenda a suo favore. Gioco, partita, incontro. La copertina di Famiglia Cristiana con quel "Vade retro" è stata in ultima analisi un autogol, specie nel momento in cui gli ambienti clericali tacevano sul caso di pedofilia del sacerdote trovato in macchina con una piccola di soli dieci anni che, a detta del religioso, aveva "preso lei l'iniziativa". 

C'è anche un altro elemento da considerare. Molti degli attacchi odierni a Salvini provengono da fonti che, fino a ieri, hanno incensato il m5s (vedi per esempio Avvenire). Il m5s è però attualmente alleato della Lega, e il premier Giuseppe Conte (responsabile in ultima analisi anche della linea del Ministro dell'Interno) è espressione del Movimento. Guarda caso, le critiche e le invettive vanno però tutte a Salvini, senza minimamente chiamare in causa i grillini suoi alleati. Tutto ciò non è soltanto il tacito riconoscimento dello strapotere del capo del Carroccio in questo esecutivo, ma è anche una mossa scaltra per non essere costretti a sconfessare il sostegno accordato fino a poco tempo fa al m5s. Ma se si critica l'operato di Salvini, tocca avere il coraggio di mettere all'indice tutto il governo, accettando in blocco il pacchetto Lega-m5s.

Troppo comodo, infatti, scaricare tutte le colpe e le critiche sul leader leghista, salvando il suo omologo vicepremier Luigi Di Maio e il Movimento. Quasi si stesse aspettando che avvenga la sospirata disgregazione dell'alleanza tra Lega e m5s, per tornare a parteggiare apertamente per quest'ultimo. 

Per concludere, trasformare Salvini in un parafulmine, in una sentina di tutti i mali dell'umanità, in una bambola voodoo da trafiggere a oltranza con infiniti spilloni, non gioverà alla causa di chi vuol destituirlo, specie se ancora non si è operata una riflessione sul motivo per cui il Ministro dell'Interno riesca a calamitare così tanto consenso nel nostro Paese, passando dal 17 % del 4 marzo scorso al 30 % di questo mese. 

Perché le opposizioni di Sinistra stanno progressivamente scomparendo? In che cosa il Pd ha deluso gli italiani? Com'è stato possibile che Matteo Renzi, da un 40 % di consensi nel 2014 sia precipitato così in fretta? Come mai il Pd, dal giugno 2016, ha perso praticamente tutte le elezioni?

Da anni, o almeno dal 4 marzo scorso, tutto il Paese si aspetta che i dem e la Sinistra in generale si pongano queste domande e soprattutto diano delle risposte concrete, anziché additare Salvini come Satana o denigrare l'elettorato che lo sostiene e che, complici le reazioni inconsulte dei suoi detrattori, potrebbe continuare a sostenerlo ancora per molto tempo