Politica
Alessia Piperno, la radical chic rapita in Iran fa impazzire i social
Ad intervalli regolari di tempo c’è sempre qualche “alternativa” che si ficca nei guai e poi l’Italia la deve salvare
Alessia Piperno, i social inferociti per l'improvvida viaggiatrice arrestata in Iran
Purtroppo non sarà la prima volta ma non sarà neanche l’ultima. Alessia Piperno, la nuova radical–chic trentenne romana che se ne va a zonzo per il mondo è finita il 28 settembre in gattabuia in Iran ed ora si lamenta con telefonate internazionali fatte ai genitori da una supposta prigione iraniana. Naturalmente c’è stata la solita commozione nazionale con (finte) gare di solidarietà che ai politici servono solo per mettersi in mostra e agli “umanitaristi” per farsi pubblicità ed acchiappare qualche fondo per le loro congreghe.
I casi sembrano fatti con lo stampino. Ricordate “Greta e Vanessa” cooperanti italiane rapite nel 2014 nei pressi di Aleppo in Siria? Oppure Silvia Romano cooperante milanese rapita in Kenya nel 2018, oppure per Simona Pari e Simona Torretta rapite in Iraq nel 2004?
Ad intervalli regolari di tempo c’è sempre qualche “alternativa” che si ficca nei guai e poi l’Italia le deve tirare fuori. Intendiamoci, ognuno è libero di spendere il suo tempo come vuole, ma poi la famiglia non si deve lamentare soverchiamente quando ci sono conseguenze dovute ad improntitudine.
La Rete, in questi casi, accoglie piuttosto male tali accadimenti nel senso che viene scritto quello che molti pensano ma che non hanno il coraggio di dire apertamente e cioè che quando si va a zonzo per il mondo si deve fare molta attenzione. La Rete in questo è primitiva e spesso violenta e quindi dà la stura ad una rabbia sociale che lascia perplessi pure i sociologi ma che deve essere presa in considerazione e non liquidata, come il politically correct impone, semplicemente come espressione di “leoni da tastiera” per di più sempre dipinti come “maschilisti violenti e patriarcali”, perché molti commenti sono pure femminili.
La solita Repubblica definisce ad esempio questo commento come maschilista: "Cara Signora Daggiante (la madre, ndr)", scrive Fabio Ricci, "forse sarebbe il caso di dire a sua figlia (speriamo che questa volta finisca tutto per il meglio) che in certi posti è meglio non andare perché poi si creano problematiche che si ripercuotono su altre persone che ne farebbero volentieri a meno...se volete andare in giro per il mondo fatelo usando il cervello. E CHE C**O!"- Per la cronaca la signora Miriam Daggiante è una convinta attivista Cinque Stelle.
Come pure questo di buon senso di Carlo Baldo: "Che paghi lei e i suoi familiari tutte le spese che lo Stato italiano dovrà sostenere. Basta! Una volta per tutte!". Ed Emilio Bte replica: "Siete delle irresponsabili e poi il nostro ministro degli Esteri deve intervenire per tirare fuori dai guai queste imbecilli". Sui media mainstream quindi è tutto un florilegio si sciocchezze come il fatto che “Alessia è una viaggiatrice esperta” e “l’Iran dopo tutto è un Paese sicuro per il turismo”. Ma dove? Ma quando? Qualsiasi persona con un po’ di sale in zucca non si ficcherebbe certo nel bel mezzo di manifestazioni popolari pericolosissime in un regime teocratico come quello iraniano, oltretutto con una pandemia in atto.