Attacco Usa in Siria: riflessi su Salvini, Berlusconi e Grillo
Trump rompe il fronte sovranista di Salvini, Grillo e Le Pen
L’attacco Usa ordinato da Trump contro la Siria è un atto abbastanza imprevisto che apre sicuramente una nuova fase della politica estera americana e un ritorno ad una visione “muscolare” tipica dei Repubblicani di cui gli ultimi esponenti furono George W. Bush e Ronald Reagan.
Questo fatto avrà sicure e durature ripercussioni sulla geopolitica mondiale perché la Siria è protetta da Putin e quindi la Russia si sta giocando gran parte della sua credibilità sulla vicenda.
In ogni caso il dato interessante è che Trump e Putin non vanno affatto così d’accordo come si poteva pensare.
Ed infatti, alla prima occasione, il meno politico dei due che è il tycoon americano, in soli due giorni ha fatto lanciare una sessantina di missili Tomahawk da due navi Usa che solcavano il mar Mediterraneo.
Troppo simili sono infatti gli ideali e le aspirazioni dei due leader tanto che in Europa erano accumunati ed esaltati entrambi dai cosiddetti sovranisti legati a La Le Pen in Francia e Salvini (Grillo?) in Italia.
Ora i due gemelli si sono separati distruggendo il fronte unito europeo e italiano sulla Siria e su altre questioni dirimenti per l’intero mondo.
Cosa farà Salvini e La Lepen che vedevano entrambi in Trump e Putin due salde guide che finalmente avrebbero unificato il mondo almeno dal punto di vista ideologico e cioè con una colorazione sovranista?
È chiaro che la mossa Usa sposta gli equilibri e induce a scegliere: o con Trump / Usa / Israele o con Putin /Russia /Siria, non c’è una via di mezzo, un punto di equilibrio.
Questo spaccherà i sovranisti europei rafforzando probabilmente il ruolo della Russia che con la Le Pen e Salvini (ma anche con i Cinque Stelle come ha fatto notare il Dipartimento di Stato Usa) ha già rapporti consolidati.
A questo punto gli Usa potrebbero “schierarsi” contro Salvini e Grillo e “favorire” nelle prossime elezioni politiche forze alternative ma più “amiche” come Berlusconi o Renzi.