Bersani vuole far cadere Renzi. Niente fiducia dopo il referendum
Pd, resa dei conti e scissione
Il dado è tratto. Pierluigi Bersani e Roberto Speranza sposano la linea dura di Massimo D'Alema e votano "no" al referendum visto che da Matteo Renzi è arrivata una sterile promessa di modificare la legge elettorale, ma senza alcuna iniziativa-proposta ufficiale del Pd per cambiare l'Italicum. Ma qual è l'obiettivo politico della minoranza dem? Che cosa accadrà se davvero il 4 dicembre la riforma del governo venisse bocciata dagli italiani?
Il premier verrebbe rimandato in Parlamento dal Capo dello Stato e a quel punto, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, la sinistra del Pd negherebbe la fiducia all'esecutivo, sancendo così la scissione. Al Senato senza i voti dei bersaniani Renzi non avrebbe più i numeri, nonostante il sostegno di Verdini e dei suoi. Come hanno spiegato fonti vicine al presidente del Consiglio ormai la frattura con la minoranza è "insanabile" e "irrecuperabile".
Se davvero le cose andassero così, e c'è chi scommette che questo sia lo scenario più probabile, si andrebbe incontro ad una crisi istituzionale che potrebbe mettere a rischio il Paese sui mercati finanziari. Renzi e i suoi fedelissimi premerebbero per il ritorno immediato alle urne, insieme a 5 Stelle e Lega, ma la sinistra dem, che a quel punto potrebbe ingrossare le fila, con Forza Italia e i vari centristi presenti in Parlamento spingerebbe per un governo istituzionale che riformi la legge elettorale e porti l'Italia alle urne non prima della primavera del 2017 con l'ipotesi di arrivare fino all'autunno o perfino all'inizio del 2018.
E il premier dopo Renzi? Il Quirinale lavora in questi giorni alle 'way-out' per non arrivare alle elezioni con due sistemi elettorali diversi, sempre che la Consulta non bocci completamente l'Italicum. Per risolvere l'ingorgo istituzionale serve una figura che vada a Berlusconi e ai centristi e che trovi il consenso più ampio possibile nel Pd (o in quello che resterà del Partito Democratico). Si parla dei ministri Franceschini e Padoan (il ministro dell'Economia è l'ipotesi preferita dalla Commissione europea) ma anche di un ritorno di Enrico Letta (difficile) o di un tecnico. Fatto sta che tra pochi mesi Renzi e i renziani potrebbero passare all'opposizione con una dolorosa scissione nel Pd.