Politica
Bilancio politico del 2024, “top performer” Meloni, Schlein e Mattarella. Bene anche Tajani
Più complicata la situazione di Conte, performance ambivalente
Il governo ha dovuto navigare in un contesto economico complesso, ma ha anche cercato di realizzare dei progressi in vari settori
Per la politica italiana, il 2024 che si sta per concludere è stato un anno intenso e ricco di eventi, soprattutto come conseguenza di quello che possiamo chiamare il “nuovo disordine mondiale”. Proviamo a farne un sintetico bilancio.
Partiamo dal governo e dai partiti che lo sostengono. Il governo Meloni ha dovuto affrontare diverse sfide, soprattutto in campo economico, tra cui la gestione dell'inflazione e l'aumento dei tassi di interesse. In ultimo, la crisi del settore automobilistico, con i conseguenti rapporti molto tesi con il gruppo Stellantis. Nonostante queste difficoltà, sono stati ottenuti buoni risultati in alcuni campi, come ad esempio l’occupazione (che, nel complesso, è significativamente cresciuta).
Inoltre, il governo ha continuato a lavorare sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con nuovi finanziamenti per progetti di ricerca e innovazione. Infine, si sono fatti progressi in alcuni campi specifici, magari poco notati a livello di opinione pubblica, come ad esempio la protezione civile, con un aumento delle risorse destinate a eventi emergenziali e alla prevenzione degli incendi boschivi.
Ma, soprattutto, la coalizione di maggioranza ha retto, la leadership di Giorgia Meloni si è rafforzata, i suoi due alleati principali (Matteo Salvini e Antonio Tajani) hanno l’uno (Salvini) tenuto le posizioni e l’altro (Tajani) ottenuto un limitato ma significativo consolidamento.
Dal canto loro, i partiti di opposizione hanno saputo far sentire una forte presenza, criticando in modo spesso incisivo le politiche economiche del governo e sollevando questioni riguardanti la trasparenza e l'efficacia delle misure adottate dall’esecutivo. Elly Schlein è andata emergendo come la vera leader potenziale dell’opposizione nel suo complesso, con il Pd che si è rafforzato ottenendo, in alcune elezioni locali, risultati decisamente positivi. Più critica appare invece la situazione del Movimento Cinque Stelle e del suo leader, Giuseppe Conte (che deve ancora completare lo sganciamento definitivo del partito dalla figura di Beppe Grillo).
Le altre cariche od organi istituzionali, come il Presidente della Repubblica e il Parlamento, hanno svolto un ruolo cruciale nel garantire la stabilità e la continuità delle istituzioni democratiche. Il Parlamento ha approvato importanti leggi e ha lavorato su riforme chiave per il Paese, mostrando nel complesso una buona produttività. Il Presidente Mattarella ha confermato la grande fiducia, e il notevole affetto, di cui gode da parte dell’opinione pubblica. Da segnalare un ritrovato protagonismo delle organizzazioni sindacali, in particolare della CGIL, il cui leader, Maurizio Landini, appare sempre di più come un protagonista della scena politico-sociale del paese (con risultati effettivi non sempre proporzionali alla visibilità guadagnata).
In sintesi, il 2024 è stato un anno di sfide ma anche di opportunità per la politica italiana. Il governo ha dovuto navigare in un contesto economico complesso, ma ha anche cercato di realizzare dei progressi in vari settori. I partiti di opposizione hanno continuato a svolgere il loro ruolo di controllo e proposta, contribuendo in modo determinante alla vivacità del dibattito democratico. Alcuni “corpi intermedi” hanno avviato una nuova fase movimentistica.
Volendo individuare i “top performer” del 2024, si potrebbero indicare i nomi di Giorgia Meloni, Elly Schlein e, come sempre, del Presidente Mattarella. Buona la performance di Antonio Tajani. Più difficile da valutare quella di Matteo Salvini (che rimane una figura politicamente molto vivace). Oggettivamente più complicata la situazione di Giuseppe Conte, e ambivalente la sua performance.
Che cosa ci dobbiamo aspettare, dunque, per il 2025? Lo vedremo nel prossimo articolo.