Politica

Bufera per la difesa di Meloni dei "non laureati". Siamo peggio della Colombia

di redazione politica

La premier cavalca la lotta di classe tra chi ha completato gli studi e chi no come lei. Molti i politici senza "titolo": da Bellanova a Orlando, fino a Di Maio

Meloni e lo scontro sui "non laureati" con Cottarelli. Ma i numeri in Italia sono drammatici

Le elezioni Europee si avvicinano sempre di più e i candidati le studiano tutte per attaccare e conquistare voti. Giorgia Meloni si è giocata la carta della battaglia "contro" i laureati. La premier in uno dei suoi comizi ha spiegato che esistono due mondi. Uno - ha detto la leader di FdI e lo riporta La Stampa - è quello del senatore che dice "non chiamatemi per nome ma dottore, perché io sono laureato" (cit. Carlo Cottarelli). L’altro è quello di chi si è fermato alla scuola superiore: persone come lei, che non ha una laurea ma è arrivata a fare il presidente del Consiglio, "e vuol dire che puoi arrivare ovunque anche senza condizioni di partenza che qualcuno ha potuto avere". Meloni, come altri bersagliati per carenza di titolo di studio – Teresa Bellanova con la sua storia di bracciante ma anche Andrea Orlando, Valeria Fedeli o Luigi Di Maio - è una di quelle persone importanti con la mancanza del "pezzo di carta" incorniciato nello studio.

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Ma il mondo dei "non-dottori" - prosegue La Stampa - nell’Italia di oggi è un problema, non una risorsa. In percentuale l’Italia ha meno laureati giovani di Colombia e Costa Rica, mentre i laureati della fascia di età 25-64 anni sono il 20 per cento della popolazione, ben dodici punti al di sotto della media europea e quasi il venti per cento in meno di Germania e Spagna. Solo la metà dei nostri diplomati desidera proseguire gli studi universitari e l’ipotesi prevalente è che nei prossimi vent’anni i giovani disponibili a continuare la formazione dopo il diploma saranno sempre di meno.