Politica
Caso Arabia sulla crisi: Di Maio stoppa l'interrogazione anti Renzi di Cabras
Cabras annuncia un'interrogazione su Renzi in Arabia, Di Maio lo stoppa. E il leader di Iv ora si accorge del "momento delicato": "Ne parliamo dopo la crisi"
"Il diversivo di oggi e' la conferenza internazionale a Riad. io prendo l'impegno: pronto a discutere con tutti i giornalisti in conferenza stampa dei miei incarichi internazionali, delle mie idee sull'Arabia saudita, del futuro della pace di Abramo, del Medio oriente, degli accordi di Alula, ma lo facciamo la settimana dopo la fine della crisi di governo. Adesso per favore e' del futuro dell'Italia e non del futuro dei sauditi che stiamo discutendo e per quetso noi continuiamo a parlare di scuole, vaccini, posti di lavoro, non diversivi". Lo dice in un video su Twitter, Matteo Renzi, che dopo le polemiche sul suo viaggio in Medio Oriente si è accorto del momento delicato vissuto dal paese.
Il commento di Renzi arriva dopo che un esponente del M5s, Pino Cabras, aveva annunciato la presentazione di un'interrogazione al governo. "Ho presentato un'interrogazione al Governo per sapere come sia possibile che il leader di un partito che fino a pochi giorni fa esprimeva ministri e sottosegretari possa al contempo ricevere compensi da uno Stato straniero" aveva dettoPino Cabras (M5S), vicepresidente della Commissione Esteri alla Camera. "Forse non c'è nessun reato - prosegue il deputato - ma chi svolge un ruolo così delicato da poter determinare una crisi di governo in Italia non può essere, contemporaneamente, consulente a pagamento di un altro Stato. Deve essere al di sopra di ogni sospetto, anche perché in Italia le crisi di governo hanno spesso aperto la porta a forze straniere interessate a una svendita dei nostri asset strategici", conclude Cabras.
A.SAUDITA, DI MAIO: ORA NO POLEMICHE, SEGUIRE LA STRADA DEL COLLE
L'iniziativa di Cabras è stata comunque subito stoppata dal M5s, in particolare da Di Maio. "Siamo in una fase delicatissima per il Paese, a consultazioni aperte e in una crisi DI Governo che rischia DI mettere in ginocchio il Paese. Non è questo il momento delle polemiche, è inaccettabile incendiare il clima in queste ore mentre il presidente della Repubblica sta gestendo un momento complicatissimo. Dobbiamo seguire la strada tracciata dal Colle e mostrare senso DI responsabilità. Non sono questi i tempi della campagna elettorale, bensì quelli, lo ripeto, della responsabilità". Lo dichiara in una nota Luigi Di Maio, a proposito delle polemiche politiche sorte in queste ore anche riguardo alla conferenza tenuta da Matteo Renzi in Arabia Saudita.
IL VIAGGIO DI RENZI IN ARABIA
Renzi d'Arabia, 80 mila euro all'anno e jet privato. "Siete il Rinascimento"
Matteo Renzi non è impegnato solo sul fronte della crisi di governo. Nei giorni scorsi, infatti, il leader di Italia Viva è stato in Arabia Saudita e ha partecipato ad un board nella capitale Riad, per parlare del futuro che attende questa città. “La Davos del deserto”, laddove Davos è la città svizzera dove si tiene il forum economico mondiale, conferenza organizzata dalla Future Investment Initiative (Fii), fondazione saudita nel cui board Renzi siede da quasi un anno. A creare qualche imbarazzo politico sono state però - si legge su Repubblica - due circostanze emerse in queste ore: la prima, che Renzi viene pagato (80mila euro l’anno) per sedere in quel board. La seconda che la fondazione sia stata creata con un decreto del re Saudita, Salman bin Abd al-Aziz Al Sau. E che fa capo in qualche modo a suo figlio, Mohammad bin Salman.
"Non c’è nessun conflitto di interessi, è tutto regolare perché si tratta di una no profit, e la legge lo consente" ha fatto sapere in queste ore il leader di Italia Viva. Renzi ha parlato dell’Italia e del trilione di dollari di investimenti previsti in Arabia Saudita come "incredibili se paragonati al debito pubblico del nostro Paese". "Invidio il vostro costo del lavoro" Subito dopo la conferenza Renzi è rientrato in Italia per le consultazioni, a bordo di un aereo privato messo a disposizione dalla fondazione. Si tratta di un benefit previsto per tutti i membri del board. Come Matteo Renzi, per l’appunto.