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Politica
Caso Minzolini: Luigi Di Maio giustizialista (degli altri)

Luigi Di Maio anche oggi ha esternato il suo pasticcino quotidiano. Oggi sbraitava contro i partiti che hanno permesso ad Augusto Minzolini di “salvarsi” dalla decadenza in Senato.

Non vogliamo entrare nella questione di merito dell’ex direttore del Tg Rai 1 ma solo far notare come Di Maio sia il classico parolaio populista che dà fiato alle trombe ma che non ha alcun numero per farlo visto i guai che ha in casa propria ad esempio con lo scandalo politico che rappresenta Virginia Raggi a Roma.

Dunque Robespierre - Di Maio non solo accusa i “partiti” entità metafisica che nell’immaginario archetipale grillino rappresenta la negatività più pur ama addirittura “minaccia” i partiti stessi di essere responsabili delle future violenze di piazza.

La domanda è: è tollerabile che il vicepresidente della Camera dei Deputati di una democrazia occidentale non si dimetta dopo il pericolosissimo messaggio inviato ad una popolazione peraltro eccitata e surriscaldata dalla mancanza di lavoro e prospettive per il futuro?

Ricorda Di Maio Lotta Continua quando indicava nome e cognome i personaggi “ostili al popolo” che poi come il commissario Calabresi fecero effettivamente una brutta fine.

Senza dimenticare, come detto in apertura, che se qualcuno dovesse dimettersi per provata incapacità amministrativa e problemi con la giustizia è proprio quella Virginia Raggi corifea e vessillifera di questa Armata Brancaleone che sta dando la scalata al potere in Italia infangando tutto quello che trova sul suo cammino.

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