Politica
Chat di FdI contro Salvini, imbarazzo tra i meloniani e la Lega ora ha un credito. Boomerang per la premier
Il dietro le quinte degli insulti al leader del Carroccio
FdI, verso ricorsi al Garante della privacy
Matteo Salvini stempera le polemiche in seguito alla pubblicazione delle chat riservate fra esponenti di Fratelli d’Italia che accusavano la Lega di essere un “partito senza onore” e lui personalmente di essere un “bimbominkia” e un “cialtrone”. Per il leader della Lega, la stessa Giorgia Meloni potrà confermare che tutto è ormai superato.
Nelle chat riservate, gli esponenti di FdI accusavano inoltre Salvini di essere un “incapace” e un personaggio “ridicolo”, attribuendogli fra le altre cose presunte trame segrete con Matteo Renzi per favorire il suocero Denis Verdini. Il leader leghista ha rispolverato la sua migliore “modalità zen”, collaudata condizione con la quale da anni disinnesca sul nascere le polemiche che non gli interessano.
'Fratelli di chat - Storia segreta di Giorgia Meloni', scritto da Giacomo Salvini (ironia della sorte visto il cognome), non è certo piaciuto nel Carroccio e in particolare i fedelissimi del vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture parlano di "delusione" e "rammarico" per quanto letto. Ma, visto da una prospettiva diversa, quelle chat sono anche un'arma - sottolineano nella Lega fonti qualificate - da poter utilizzare in futuro su diversi dossier, sia di governo che di coalizione. Ad esempio, quando ci sarà da scegliere il candidato alle elezioni regionali in Veneto, che non sarà più Luca Zaia, la Lega farà pesare quelle chat per strappare un proprio uomo (o donna) alla guida della regione simbolo del Carroccio. Insomma, dicono i leghisti, una sorta di "boomerang" per FdI che regala alla Lega una sorta di credito politico.
Per quanto riguarda il partito della premier, la chiusura della chat è dell’ottobre 2024. Ovvero dopo la sfuriata di Meloni sulle prime battute uscite e sugli infami. All’epoca partì la caccia alla "talpa infame". Ma senza alcun risultato. L’unico a esporsi è stato Giovanbattista Fazzolari, che aveva dato a Salvini del "bimbominkia". Con l’Ansa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha minimizzato: "Sono battute di diversi anni fa fatte in una chat ristretta, in un periodo in cui i rapporti tra Fratelli d’Italia e Lega non erano granché. Gli italiani sanno bene che, con il metodo di pubblicare conversazioni private, estrapolate dal contesto, si salverebbero in pochi e si rovinerebbero perfino i migliori rapporti di amicizia. Mi dispiace per il tentativo di creare tensioni all’interno della maggioranza quando i rapporti umani e politici sono in realtà eccellenti. Provo stima e amicizia per Matteo Salvini, è anche grazie a lui che il centrodestra è tornato al governo e sta ottenendo grandi risultati per l’Italia".
Ma come sono uscite queste conversazioni o, meglio, questa "chat ristretta" come la chiama Fazzolari? "Semplice", spiega un parlamentare di Fratelli d'Italia di lungo corso. "All'epoca prima di tutto non eravamo al governo assieme e Salvini aveva fatto l'errore del Papeete mandando la sinistra al governo con Conte premier in pieno Covid. Ma - prosegue la fonte di FdI - al di là del contesto, in quella fase non eravamo un grande partito ma una forza piccola di opposizione e non c'erano controlli particolari sulle chat, che erano così accessibili a diversi collaboratori dei parlamentari". In sostanza, ricostruiscono nel partito della presidente dell Consiglio, qualche ex addetto stampa o collaboratore di qualche parlamentare oggi non più in FdI si sarebbe salvato quelle chat sul cellulare e ora le avrebbe tirate fuori per far tremare il governo. "Inutile cercare il colpevole", dicono dallo stesso partito di Meloni. Potrebbe essere chiunque e non verrà mai allo scoperto. E comunque, certo è che l'imbarazzo nei meloniani c'è e anche la consapevolezza che politicamente si tratti di un boomerang.
E infatti, a confermare l'imbarazzo nel partito della premier, diversi esponenti di FdI hanno intenzione di rivolgersi al Garante della privacy dopo la pubblicazione di chat interne del partito in un libro di cui il Fatto quotidiano ha dato anticipazioni. Lo riferiscono fonti di FdI, secondo cui i legali del partito in queste ore stanno studiando il caso anche dal punto di vista penale. Alcuni parlamentari, spiegano le stesse fonti, stanno valutando anche la possibilità di cause civili per danni. "Ci sono evidenti violazioni della Costituzione e di varie normative - rimarcano in via della Scrofa -. E fra l'altro non c'è corrispondenza fra le chat e il contenuto del libro: sono state tralasciate alcune parti delle conversazioni e nel libro ce ne sono altre che nelle chat non c'erano".