Politica

Cingolani alla Transizione Ecologica: il 'vulcano' che coordinerà il Piano Ue

di Ludovica Carlesi Manusardi

IL PROFILO/ La sua visione è utilizzare la tecnologia e la scienza non per un semplice aumento delle performance ma per impattare meno sull’ambiente

Roberto Cingolani è il nuovo titolare del super-ministero sulla sostenibilità. Ho avuto modo di conoscere, apprezzare e parlare  a lungo  con Roberto Cingolani quando era a capo dell’IIT di Genova. Cingolani è un vulcano. Uomo di notevolissima intelligenza coniuga questa dote con una visione del mondo, con una approccio concreto ai problemi, sempre affrontandoli con il metodo scientifico, il metodo degli scienziati, dei ricercatori degli uomini che hanno come obiettivo del loro impegno la scienza a servizio dell’Homo sapiens. La sfida dell’Homo Sapiens. 4.0  è per Cingolani un motivo ricorrente in molti dei suoi interventi e delle sue idee.

La sua visione è utilizzare la tecnologia e la scienza  non per un semplice aumento delle performance ma per impattare meno sull’ambiente. Cingolani parla apertamente della responsabilità di scienza e tecnologia e tra le cose su cui mette l’accento la più importante è senz’altro l’energia.

Osservando la mappa  della disponibilità di energia come è distribuita sul pianeta- sostiene Cingolani - questa coincide  con la mappa delle riserve di acqua, della life expectancy, dell’indice di sviluppo umano. Nelle zone dove tutto questo non c’è ci sono le guerre. Per affrontare i problemi del mondo è necessario un metodo rigorosamente scientifico e partire dai fatti e dai numeri. Partendo dall’energia  si arriva al Pil, agli anni di scolarizzazione, alla disponibilità di acqua quindi alla life expectancy.

E’importante -continua -  impostare il problema dal punto di vista matematico inserendo il concetto di gradiente, cioè variazione. E la fisica e la matematica sono fondamentali per fornire possibili soluzioni.

Secondo Cingolani è inutile ad esempio fare automobili  sempre più potenti che consumano e inquinano, occorre spostare le performance  su altre sfide come i consumi. In questo modo la macchina in sé perde di significato non è più uno status symbol. Analogamente il problema della industria manifatturiera non può essere  più legato  solo al PIL, al numero di pezzi prodotti per unità di tempo, ma occorre usare la robotica per diminuire il consumo dell’acqua, dell’energia e delle emissioni.

Inoltre il cambiamento avvenuto negli ultimi 30 anni è stato molto superiore a quello avvenuto nei 10.000 anni precedenti: un grafico da mazza da hockey, di tipo esponenziale.  Per cui il modello di società che è stato costruito e predisposto e che ci ha accompagnato fino all’altro ieri non funziona più perché  si basava su cambiamenti lenti, e il governo, la politica è rimasta indietro e non è riuscita a stare al passo.

Inoltre  la percezione che si ha oggi degli stravolgimenti scientifici è molto diversa da quella che si aveva anche solo 20 anni fa. Un tempo la scienza era la luna, l’esplorazione spaziale, cose lontane dal quotidiano. Oggi la scienza è qui sempre: il tablet, il cellulare, il navigatore. Questo è il punto e su questi occorre confrontarci e proporre soluzioni.