Politica

Dalla sanità al lavoro, Schlein guardi più al laburismo inglese (che governa) e meno al radicalismo di Sx francese (che sbraita) 

di Simone Rosti

Israele, Ucraina, campo largo e... Il Pd non può continuare a stare nel limbo "comodo", perfetto per gli esercizi culturali ma totalmente inadatto per costruire una concreta alternativa di governo

Cominciano le scuole, facciamo un po’ di analisi logica alle parole di Elly Schlein, intanto su Draghi… Commento 

Nel fine settimana la leader del Pd ha chiuso il Festival dell’Unità di Reggio Emilia con una serie di dichiarazioni. “A noi spetta il compito di lavorare insieme a un progetto per l’Italia, su poche priorità, che stanno sulle dita di una mano: sanità pubblica, istruzione e ricerca, lavoro e salari, politica industriale, diritti sociali e civili (…) costruire una alleanza nella società, nel Paese e con altre forze politiche per mandare a casa il governo; vogliamo chiudere la stagione del governo più a destra della storia repubblicana e creare nel paese, più che nel palazzo questa alternativa“.

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Compito per gli studenti che stanno per riprendere la scuola: provare a decifrare il contenuto. Svolgimento dello studente più bravo: nulla da dire. Voto: dieci con lode. Attenzione questo è il voto allo studente. Voto per Schlein: molto insufficiente, buon eloquio ma il contenuto non è pervenuto. Non è ovviamente l’unica Schlein che riempie i giornali con dichiarazioni del genere, per lei però è un’aggravante essendo capo di un’opposizione che vorrebbe scalzare un Governo che, piaccia o no, non se la sta cavando così male a parte qualche scorribanda famigliare. Lo abbiamo già detto qui, l’economia regge, i conti sono in subbuglio ma non più che in altri importanti paesi, vedremo la prossima manovra di bilancio che dovrà essere redatta fra rigidi paletti a causa dell’infrazione europea in corso.

Si sta parlando molto di un riavvicinamento del Pd a Renzi, ma Schlein non è stata la principale oppositrice del Jobs Act, la più sacrosanta e riuscita riforma renziana (in gran parte smantellata)? Come pensa Schlein di mettere mano alle priorità indicate come lavoro, salari e politica industriale? Continuando a strizzare l’occhio a Landini o stando dalla parte dei riformisti del suo partito molto vicini alle posizioni di Calenda? Ci ricordiamo gli scenari apocalittici di Landini quando cessarono gli stop ai licenziamenti post Covid? Solo per questo avrebbe dovuto ritirarsi a vita privata (oggi abbiamo un tasso di disoccupazione ai minimi).

Mentre sui salari cosa dice Schlein? Farà ancora la battaglia, giusta ma spuntata, sul salario minimo oppure sosterrà la contrattazione decentrata che la sinistra sindacale osteggia da sempre? Ricordiamo ancora che Schlein non ha mai rinnegato l’Ecobonus e il Reddito di Cittadinanza promossi dall’avvocato del popolo Conte, mentre Renzi e i riformisti del Pd lo hanno visto come fumo negli occhi. Vogliamo ancora continuare a credere alla favola del campo largo nuova edizione dell’ulivo prodiano che durò come un gatto in tangenziale? Vogliamo poi parlare di Israele e dell’Ucraina?

Anche qui, da che parte sta Schlein? La scelta è molto semplice, sta dalla parte delle democrazie o delle autocrazie? Senza dimenticare che la democrazia per essere salvata può necessitare anche di armi. Cara Schlein, ha di fronte autostrade per incalzare il governo, però servono i dettagli delle proposte e come si intende realizzarle, con quali tempi e risorse, solo allora potremo capire la reale sostanza del Pd che non può continuare stare in un limbo di comodo, perfetto per gli esercizi culturali ma totalmente “unfit” (ovvero inadatto, per ricordare un famoso epiteto contro Berlusconi) per costruire una concreta alternativa di governo.

Guardi più al laburismo inglese (che governa) e meno al radicalismo di sinistra francese (che sbraita). Intanto i 5 Stelle vanno a braccetto insieme contro il rapporto Draghi sulla competitività, mediti Schlein….ma su questo torneremo.