Politica

Conte parla, Atlantia sale. Ma l'intervento a Borsa aperta non si fa

Ci è cascato anche il premier Giuseppe Conte. Niente da fare. Anche il presidente del Consiglio si iscrive alla lunga lista di politici con il vizietto di dichiarazioni price sensitive a Borsa aperta. Non si fa. Almeno nei Paesi dove le regole del mercato e della comunicazione sono serie e ferree. Questa mattina il titolo Atlantia è partito male a Piazza Affari e poco prima delle 13 è arrivato a perdere il 3,4% sotto quota 22 euro con il ritorno delle ipotesi della revoca delle concessioni autostradali alla controllata Aspi. Alle 15:30 da Bruxelles Conte dichiara (il premier dovrebbe conoscere gli orari della Borsa): per il dossier Autostrade "il governo sta conducendo la procedura di revoca ed è interesse della controparte fare una proposta transattiva che il governo avrebbe il dovere di valutare.

Se fosse una proposta che offre la possibilità di tutelare l'interesse pubblico più della revoca abbiamo il dovere di considerarla". Con queste parole il capo del governo non chiude alla soluzione alternativa alla revoca delle concessioni e, guarda caso, proprio in quei minuti a Piazza Affari il titolo inizia a risalire fino a 22,14 euro poco prima della chiusura delle contrattazioni con il ribasso che si riduce intorno al 2%. Nessun terremoto, sia chiaro, non è normale che il primo ministro parli tranquillamente di interventi del governo su aziende quotate in Borsa a mercati aperti. Non accade negli altri Paesi europei o negli Stati Uniti. O, se accade, scoppia il caso politico e non solo. In Italia tutti zitti, pure l'opposizione. Come se fosse normale. E poco cambia se alle parole del politico il titolo guadagna o perde, semplicemente non si fa. Punto.