Politica

Conte, prove di partito ad Assisi. La sua base? I cattolici di sinistra

Manifesto di Assisi, il documento "contro la crisi climatica" che unisce ambientalisti, progressisti e cattolici: potenziale base del partito del premier

Potrebbe partite da Assisi il progetto di Giuseppe Conte di fondare il suo personalissimo partito. Proprio dalla cittadina umbra, 'roccaforte' del cristianesimo e potenziale base elettorale. Il presidente del Consiglio infatti, non ha mai nascosto la sua vicinanza all'area cattolico-progressista. L'occasione per gettare le basi è il 'Manifesto di Assisi', documento "contro la crisi climatica" che ha raccolto oltre 1.700 firme e che mette insieme la volontà delle istituzioni, del mondo economico, della politica, della società e della cultura, di affrontare con coraggio la crisi climatica. "Una grande pagina di speranza, una svolta epocale, culturale e ambientale per passare dalle parole ai fatti", è stato sottolineato nel corso della presentazione a Perugia.

Il momento è propizio per Giuseppe Conte: da una parte il passo indietro di Di Maio da capo politico del M5s, lascia inevitabilmente un senso di disorientamento fra i pentastellati, almeno fino agli Stati Generali (congresso) di marzo; dall'altra un Partito Democratico pronto alla rifondazione ma che, se dovesse perdere in Emilia-Romagna, toccherebbe il punto più basso da quando è nato. Ed è proprio in queste crepe che potrebbe infilarsi Giuseppe Conte. 

Come scrive l'Ansa, nel Salone d'Onore della Regione Umbria, infatti, sono stati illustrati alla stampa i dettagli dell'appuntamento ad Assisi (in programma oggi dalle 9.30, nel Salone Papale del Sacro Convento) e presentate le ultime adesioni oltre quelle già annunciate del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, del ministro dell'Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, e del presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli. Tra i promotori del Manifesto ci sono il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, il direttore della rivista San Francesco, padre Enzo Fortunato, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, quello di Confindustria, Vincenzo Boccia, l'amministratore delegato Enel, Francesco Starace, e di Novamont, Catia Bastioli.

"Questo manifesto, che delinea quindi un prima e un dopo per le politiche ambientali in Italia, non poteva non partire dall'Umbria perché frutto della consapevolezza green che hanno sia Assisi sia questa regione" ha affermato il direttore della sala stampa del Sacro Convento, padre Enzo Fortunato. L'Umbria, per la presidente Donatella Tesei, "rappresenta una regione dove, affrontando questi concetti, possiamo passare dalle parole ai fatti". 

Sempre come riferisce l'Ansa, quello di oggi ad Assisi sarà per Realacci un appuntamento sull'ambiente "più forte di quello del Forum economico mondiale di Davos" perché, ha spiegato, "il Manifesto di Assisi è una alleanza nuova e molto italiana che tesse una rete tra economia, cultura e ricerca con il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali del Paese".