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Politica
Cosa non quadra del caso Sangiuliano

Cosa non quadra del caso Sangiuliano

La telenovela San Giuliano che da giorni occupa le prime pagine dei giornali e le cronache di talk show e telegiornali, sembra forse arrivata ai titoli di coda. Alla fine, come sembrava naturale si concludesse la vicenda, infatti, il ministro si è dimesso, lasciando il suo posto ad Alessandro Giuli, giornalista attualmente direttore del museo Maxxi, sposato con due figli. Il ministro ha pagato lo scotto di una condotta certo esecrabile dal punto di vista morale, ma che con la politica sembra avere davvero poco a che fare. Certo ci sarebbe la questione di alcuni documenti o conservazioni riservati che la signora potrebbe avere visionato o d ascoltato. Il ministro nega, lei invece aggiunge particolari ancora più inquietanti.

Ma anche proprio per questo stillicidio di messaggi e post sui social da parte della Boccia, oltre che alle sue dichiarazioni alla stampa, sembrano dare adito alla possibilità che ci possa essere qualcosa di più che una semplice relazione extraconiugale finita male. Quello che si profila, analizzando lo sviluppo della storia, assomiglia più ad una sorta di spy story, con video rubati grazie ad occhiali speciali, registrazioni nascoste, e messaggi chat scaricati su pc, affinché di essa non si perdano le tracce. Tutti particolari che oggettivamente poco hanno a che fare con una semplice storia di amore e tanto meno ad un rapporto di collaborazione.

Che senso aveva fare registrazioni video e audio di colloqui privati tra il ministro ed altri esponenti delle istituzioni, se non si aveva già in mente una loro possibile utilizzo a fine ricattatorio? E’ noto che questi mezzi venissero utilizzati, durante le due guerre e anche dopo, da donne arruolate dai servizi di spionaggio di mezzo mondo, che concupendo ufficiali e alti diplomatici, carpivano loro informazioni riservate e potenzialmente utili alla causa del proprio paese. La storia è piena di episodi di questo tipo, a cominciare dalla più celebre Mata Hari, la spia olandese che durante la Prima guerra mondiale, grazie alla sua avvenenza e alle sue capacità di danzatrice, fu assoldata prima dai tedeschi e poi dai francesi, dopo avere sedotto decine di alti ufficiali e uomini di potere, venne fucilata vicino a Parigi, nel 1917.

Lungi da noi l'intento di voler equiparare un personaggio quasi mitologico come Mata Hari, alla dottoressa Maria Rosaria Boccia, ma certamente quello che sta venendo fuori in questi giorni, attraverso i social e le interviste della Boccia, che si lascia andare a frasi allusive e anche un po’ minacciose, sembrano davvero poter far parte di un preciso disegno, non si sa chi architettato, per gettare ancora una volta discredito sul governo Meloni. Il fatto che ci si trovi alla vigilia di un’importante nomina del commissario Fitto rende la cosa ancora più sospetta.

Assai difficile non immaginare che dietro a tutto questo stillicidio di post e frasi allusive, lanciate con una tempistica assai insolita in casi come questi, ci possa essere la mano di qualcuno. Certo la dottoressa Boccia da tutta questa vicenda sta raccogliendo pubblicità gratis, per una persona che pare da tempo cercare con pervicacia proprio questo. Il suo obiettivo, come mostrano foto e documentazioni precise, era quello di accreditarsi presso qualche potente e per fare ciò pareva non avere nessun scrupolo nel filmare di nascosto anche palazzi ed istituzioni pubbliche (cosa assolutamente vietata e passabile di denuncia alle autorità competenti).

Difficile credere pero sia che questo fosse il suo unico scopo e ancora più difficile credere che avesse potuto inscenare una simile diabolico piano, senza qualche connivenza od appoggio esterno, da chi poteva permetterle di accreditarsi in determinati ambienti. E questo è il primo elemento da chiarire. Senza incarichi istituzionali o senza solide conoscenze, che attualmente sono sconosciute ai più per quanto riguardo la Boccia, risulta difficile poter entrare ed uscire come se niente fosse dai palazzi del potere, intervenendo anche ad incontri pubblici con ministri e politici, seduti al loro stesso tavolo. Qualcuno evidentemente le deve avere facilitato il compito, pregustando chissà una possibilità di utilizzarla per altre finalità. Chissà forse sono solo fantasie, forse si tratta solo di coincidenze e di una storia nata male e finita peggio, ma qualche pesate dubbio resta, Anche se è evidente che questa vicenda non segna alcun rischio per la democrazia, per la pubblica sicurezza e non ha (né ha avuto) alcun peso sulla qualità della linea politica di Gennaro Sangiuliano al vertice del Ministero della Cultura. Malgrado quello che si pensa il peso mediatico della vicenda si spegnerà senza particolari conseguenze sul governo, se non quello di avere procurato fama eccessiva a chi non chiedeva altro. Altro particolare piuttosto inquietante della vicenda è il fatto che sembrerebbe che il povero ministro Sangiuliano potrebbe aver rappresentato una sorta di effetto collaterale, nel progetto della signora Boccia, che secondo alcuni “puntava” molto più in alto (il ministro Lollobrigida?). O forse il ministro era solo un primo tassello di un piano ben articolato e che doveva portarla ad un passo dalle alte sfere, chissà, forse qualcosa è andato storto, ma anche questi particolari aggiungono dubbi e domande ad una vicenda che di chiaro pare avere davvero molto poco.

Perché ora che il ministro si è dimesso, probabilmente a breve le luci della ribalta su una vicenda che stava assumendo i contorni di una rappresentazione del teatro dell’assurdo, tanto stava diventando surreale, a metà tra il comico e il tragico. Anche se è inevitabile aspettarsi ancora qualche ultimo strascico, con la pubblicazione forse di qualche chat piccante, che porterà però ulteriore discredito forse solo su chi continua a voler creare un polverone su una vicenda da semplice gossip.

A meno che davvero la Boccia abbia avuto modo di visionare qualche documento riservato (ma al ministero della cultura non ne è che ne girino molti), ed allora la cosa assumerebbe ancora di più la valenza di spy story all'italiana, condita da tutti i tipici canovacci della commedia da avanspettacolo. Tutto quello che resta è un po' di amarezza, perché le vere spy stories con arruolamento di affascinanti signorine con licenza di sedurre, erano certamente costruite ad arte (come appare anche questa del ministro con la sua improbabile nuova femme fatale) ma per la difesa dell’interesse della propria nazione, qui invece se davvero ci fosse una macchinazione ordita da qualcuno, che ha utilizzato la signora Boccia, lo avrebbe fatto esattamente con lo scopo opposto.

E se fosse davvero così, sarebbe proprio questo che dovrebbe preoccupare, molto più che la leggerezza e la superficialità un po’ maldestra, con cui il ministro ha condotto tutta la vicenda.






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