Politica

Covid, lockdown chirurgici a settembre. Ecco dove si tornerà in zona rossa

Di Alberto Maggi

Covid, tutto pronto per il ritorno della zona rossa

Piano piano. Senza fretta. Ma già si delinea il quadro di che cosa potrebbe - condizionale d'obbligo - accadere dopo l'estate. "Nel periodo 16 giugno-29 giugno 2021, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,66 (range 0,62- 0,85), in lieve aumento rispetto alla settimana precedente, sebbene si mantenga sotto l'uno anche nel limite superiore", evidenzia la bozza dei dati del monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità sulla situazione epidemiologica nel Paese.

Ma il dato chiave è quello che evidenzia come sono 6 le Regioni e due le province autonome classificate a rischio moderato e 13 a rischio basso. Quelle a rischio moderato sono: Abruzzo, Campania, Marche, Veneto, Sardegna e Sicilia con le due province di Trento e Bolzano. Nessuna supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica.

In sostanza, visto il costante anche se lieve incremento dei casi e visto anche che cosa sta accadendo in tutto il mondo, l'ipotesi non detta e non confermata ma alla quale starebbero lavorando Cts e ministero della Salute è quella di intervenire, probabilmente a settembre, con misure di restrizione chirurgiche e territoriali che in prima battuta potrebbero interessare proprio le 6 Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano classificate già oggi a rischio moderato.

Se non ci sarà un forte aumento del numero dei vaccinati, difficile da ipotizzare, le soluzioni per cercare di evitare una terza ondata sono due: o far diventare quelle 6 Regioni e 2 province autonome zone arancioni, se non rosse (dipenderà dai valori a fine agosto), oppure lasciarle bianche ma con dei lockdown molti duri e rigidi a livello provinciale o di alcuni comuni confinanti tra loro. In queste zone resterebbero aperte soltanto gli esercizi di prima necessità e sarà consentito uscire di casa solo per lavoro, salute o comprovata necessità. Chiusura quindi di tutte le attività non essenziali e coprifuoco alle ore 22 con controlli molto stringenti. Insomma, la variante Delta (e non solo) si stanno organizzando per farci dimenticare il ritorno alla normalità. O almeno per alcuni italiani.