Politica
Dai Verdi ai 5s, passando per la Lega: la politica si schiera contro Calenda
Altro che Churchill dei Parioli. Il leader di Azione ha una capacità divisiva nucleare che ne consiglia la più veloce messa in sicurezza possibile
Calenda contro tutti: dopo lo strappo col Pd il leader di Azione prende solo "legnate" dagli altri partiti
Le cose non stanno andando bene per Carlo Calenda che dopo la rottura del patto firmato pochi giorni prima con il Pdsta prendendo sonore legnate da tutte le parti. In pratica tutto il mondo politico e l’opinione pubblica ce l’ha con lui. Perché veramente Calenda ha finito per rappresentare un archetipo, un modo di fare ben installato nell’inconscio collettivo del popolo italiano e cioè quello del politico imbroglione, profittatore, poco serio, e che pensa solo ai suoi interessi.
E vedere trasformisti come Luigi Di Maio non può che rafforzare questa idea. Ora Calenda è attaccato in blocco dall’intero centro – sinistra guidato dal segretario del Pd Enrico Letta che grazie a lui, ha fatto una figuraccia cosmica difficilmente emendabile. Anzi Letta è stato di fatto messo sotto processo a causa sua nel suo partito e gli avversari interni si sono subito coalizzati e rafforzati al fine di trarne vantaggio.
Poi sia i Verdi di Angelo Bonelli che Sinistra italiana di Nicola Fratoianni lo hanno distrutto sul piano umano e politico. Bonelli ebbe a dire di lui che è come un bambino viziato e va rieducato, il che provocò la reazione piagnucolosa verso Letta dell’ex portaborse di Montezemolo.
Fratoianni lo ha invece indicato come l’emblema della falsa sinistra liberal che ha rovinato il mondo. Da ultimo, anche Emma Bonino e Benedetto Della Vedova (+Europa), suoi ex alleati di simbolo, lo hanno ampiamente stangato sulle gengive dicendogli chiaramente che ha fatto il finto tonto e sapeva benissimo che la porta era aperta anche agli altri, come Di Maio e Tabacci, oltre che a Bonelli e Fratoianni.
Emma Bonino ha dichiarato come non sia possibile cambiare idea ogni tre giorni e che non è serio farlo. Così Calenda si è pure giocato la protezione dalle firme che ora invece dovrà raccogliere. Poi c’è l’ex amico / nemico Matteo Renzi da cui è dovuto tornare con il cappello in mano per fare il fantomatico Terzo Polo, ma non è detto che la cosa vada necessariamente in porto. Beppe Grillo e i Cinque Stelle, lo considerano l’emblema della politica marcia e corrotta e se lo incontrano fanno finta di non vederlo.
Nel centro – destra invece l’inimicizia per Calenda è storica e nessuno si è mai veramente fidato di lui. La Meloni ne diffida a pelle, Salvini lo guarda come un sarchiapone piovuto dai Parioli e Forza Italia, con Silvio Berlusconi, lo vorrebbe incenerire perché con la sua ultima collocazione al centro le drena voti. Insomma, altro che Churchill dei Parioli. Calenda ha una capacità divisiva nucleare che ne consiglia la più veloce messa in sicurezza possibile.