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Politica
Delmastro al carcere di Brindisi, polemica sulla foto con sigaretta sotto il cartello vietato fumare. Poi cancellata

Delmastro al carcere di Brindisi, polemica sulla foto con sigaretta sotto il cartello vietato fumare. Poi cancellata

Decine di utenti hanno rilanciato la foto del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, che sul suo profilo social aveva postato un'immagine della sua visita al carcere di Brindisi.

Nella foto, poi cancellata dal profilo, si vede Delmastro all'interno dell'istituto con una sigaretta accesa tra le dita, proprio accanto al segnale del divieto di fumo: un dettaglio che non è sfuggito a diversi utenti, i quali hanno sottolineato, nei loro commenti di protesta, il fatto che fumare nei locali del carcere sia vietato.

Un'altra polemica è stata invece sollevata da Gian Domenico Caiazza, presidente dell'Unione delle Camere Penali, che su X scrive, commentando una dichiarazione del sottosegretario: "le parole di Delmastro delle Vedove, che sdegnosamente rivendica di aver visitato il carcere di Taranto per incontrare solo la polizia penitenziaria, perché lui non si inchina 'alla Mecca dei detenuti', sono di una gravità definitiva”.

“Faccio fatica”, continua, “a comprendere come sia possibile che nessuno dei soggetti politici (partiti, associazioni) invece attenti e schierati nella denuncia della vergogna delle carceri, invochi le immediate dimissioni di una persona così inadeguata al ruolo, né chieda conto al ministro Nordio cosa pensi di una simile, scandalosa dichiarazione del suo viceministro. Il sottosegretario proprio non riesce a comprendere che i detenuti (siano essi i peggiori criminali, o persone innocenti in attesa di giudizio) sono affidati alla custodia e quindi alla responsabilità dello Stato e - specificamente - al ministero che egli indegnamente rappresenta”.

“E se costoro vengono custoditi nelle condizioni indecenti che tutti conosciamo”, prosegue Caiazza, “significa che Delmastro delle Vedove in quel momento rappresenta formalmente chi ha la responsabilità di quella indecenza (che naturalmente ha molti padri in questi ultimi decenni). Se va in carcere e parla solo con polizia penitenziaria e il personale amministrativo, rivendicando con orgoglio di aver ignorato i detenuti, non solo appicca il fuoco di una contrapposizione esplosiva tra 'buoni' e 'cattivi', ma dimostra di non avere la minima idea di quali siano il suo ruolo e le sue responsabilità”. “Chi confonde la politica con la propaganda becera delle proprie idee, non può avere responsabilità di governo di questa importanza”, conclude infine.






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