Politica
#DiMaioOut è davvero tweet-bombing? Un elettore M5S deluso: "Sono stato io"
WaterOnMars, fondata da Alex Orlowski, smentisce la tesi di Pietro Raffa e Affari Italiani individua l'autore dell'hashtag
Cosa c'è davvero dietro l'hashtag #DiMaioOut?
Che la vicenda della rielezione di Mattarella alla Presidenza della Repubblica abbia aperto uno scontro durissimo nel M5S (e non solo) è fuori di dubbio. Qualche dubbio, invece, insorge sul presunto tweet-bombing contro Luigi Di Maio: si è trattato davvero di un complotto contro il ministro o ci sono davvero utenti del Web che sostengono l’hashtag #DiMaioOut? Un elettore M5S rivendica ad affaritaliani.it di aver dato il via alla protesta e non accetta di essere considerato un "bomber" della Rete.
#DiMaioOut è tra le tendenze, ma è stato utilizzato solo da 289 profili.
— Pietro Raffa (@pietroraffa) January 30, 2022
I primi 10 account per numero di tweet sono fake, e generalmente sostengono le posizioni di Di Battista e di Conte.
Si tratta dunque di una chiara operazione di tweet bombing contro Di Maio. Interessante pic.twitter.com/ZwgGZGRdku
La controanalisi di Alex Orlowski
I primi a mettere in discussione l’analisi pubblicata su Twitter da Pietro Raffa, a.d. di MR & Associati Comunicazione, sono i redattori di Key4Biz, con l’aiuto eccellente di WaterOnMars, società co-fondata da Alex Orlowski, guru della Rete. Con la piattaforma di intelligence di rete Metatron, WaterOnMars ha dato un responso molto diverso: “Non risulta alcun disegno di bombing, tutt’al più di campaign, che per essere considerato tale deve affidarsi a dei Bot, ovvero ad account generati da computer. Al contrario, gli account usati sono tutti riferibili a persone in carne ed ossa. Water On Mars ha riscontrato e analizzato 884 account per un totale di 2371 tweet. Non figurano Bot, ma cosiddetti sock puppets, ovvero account usati poco e in un certo senso risvegliati dopo lungo letargo oppure account multipli che appartengono alla stessa persona (si tratta di un fenomeno tipico tra militanti politici). Si tratta, nel nostro caso, di account aperti nel corso degli anni dal 2010 in poi, con solo gli ultimi due account aperti a gennaio 2022. Solo poco meno del 10% degli account coinvolti ha twittato più di 10 tweet, con la punta massima di un account (Simo) che ha twittato ben 128 volte tweet con #DiMaioOut. Quindi, con buona pace del presunto scoop, nessun tweet-bombing, né bot creati da computer, ma azioni di persone vere, magari mobilitate da un ordine concertato, come spesso accade in rete, specialmente in ambito politico e di militanza”. Nemmeno il fatto che i profili contro Di Mario risultassero localizzati in America trova riscontro: “Al contrario, tutti gli account usati del nostro caso sono localizzati per la quasi totalità in Italia. La controprova sta nel fatto che ad un controllo dell’orario di attivazione degli account, figurano tutti posizionati ad un’ora di differenza da Greenwich”, prosegue l’analisi di Key4Biz/WaterOnMars.
L'origine dei tweet contro Di Maio
Affari Italiani ha localizzato l’account dal quale tutto sembra partire e che risponde al nickname @Toxmagato. La sua versione dei fatti è molto eloquente: “I giornali e i media accusano me e tutti quelli che hanno aderito all'#DiMaioOut di essere degli account fake e certi esperti addirittura vedono il bombing che arriva dagli Stai Uniti (e dovrebbero cambiare mestiere). Io che ho lanciato #DiMaioOut sono un account con un nickname, ma non una fake e non faccio bombing. Ho solo espresso la mia delusione sull’operato di Di Maio durante le elezioni del Presidente della Repubblica avendo sempre votato per il M5S, domando: ma in un paese e nell’Europa libera si puó esprimere liberamente una propria opinione? Io non ho incitato ne all’odio né a nessuna azione personale contro il Ministro Di Maio, ma mi sono solo avvalso della Libertá sacrosanta di poter esprimere un’opinione”.