Politica
Elezioni 2022, 44 seggi ancora in bilico: bocciati e pasticci del Rosatellum
Destini appesi all'algoritmo: chi era eletto e ha scoperto che resterà a casa, chi ha vissuto la vicenda contraria e chi ancora aspetta
33 parlamentari e 11 senatori ancora senza nome: un sistema elettorale che genera confusione
Tutti lo hanno criticato, ma nessuno lo ha cambiato. E così il Rosatellum, sistema elettorale che prende il nome dall’ideatore Ettore Rosato (IV), è stato protagonista delle due elezioni politiche meno partecipate di sempre: 2018 e 2022. Non solo. A quattro giorni dalla fine degli scrutini, ci sono 44 seggi che ancora non sono stati assegnati: 33 alla Camera e 11 al Senato. Destini appesi all’algoritmo che deve tradurre il voto degli italiani nei seggi effettivamente occupati dai loro rappresentanti.
A produrre questo pasticcio è il meccanismo del “flipper”, che tra candidati presenti in diversi collegi e riparti dei resti fa sì che i voti di una regione si spostino in un’altra. Per questo, c’è chi inizialmente ha festeggiato e poi ha scoperto di non essere in Parlamento. Come, ad esempio, Caterina Cerroni, una delle Under 35 messe in lista da Enrico Letta: inizialmente aveva festeggiato il successo con un bel post su Facebook, ma poi ha scoperto che il seggio molisano toccava invece a Elisabetta Lancellotta di Fratelli d'Italia.
Al contrario, mentre già imperversava nella Lega il dibattito interno sulla mancata elezione del fondatore Umberto Bossi, il ripescaggio è arrivato grazie al vulcanico Roberto Calderoli, autentico “mago” dei meccanismi parlamentari: "Vi spiego l'errore”, dice il vicepresidente della Camera.
“Tutto è corretto fino all'attribuzione dei seggi delle coalizioni a livello nazionale, ovvero sulla base della cifra elettorale nazionale di coalizione dei partiti che abbiano superato l'1%. L'errore nasce dal passaggio successivo dove la cifra elettorale di coalizione nella circoscrizione deve comprendere anche i partiti che hanno superato l'1% anche quando questi non hanno raggiunto il 3% perché questo dice la legge, cosa che loro non hanno fatto sottraendo già a livello circoscrizionale la lista di +Europa, creando una serie di seggi deficitari che coinvolgono 13 circoscrizioni su 28".
"La ripartizione finale dei seggi ai singoli partiti che abbiano superato il 3% - sottolinea - è stata fatta in maniera corretta, ma purtroppo l'errore è a monte. Io di leggi elettorali magari non ne capisco tanto, ma fino a questo punto ci arrivo… E comunque questa mia osservazione viene confermata tra l'altro dal verbale di domenica 4 marzo 2018 delle operazioni dell'ufficio elettorale nazionale della Cassazione, basta andare a vederlo".
Bossi quindi scalza Alessandra Todde (M5S) che dalla Lombardia è tornata in Sardegna, a sua volta spodestando la compagna di partito Susanna Cherchi. Allo stesso modo è tornato a Bergamo il tesoriere della Lega Giulio Centemero. Tra i delusi da questo arzigogolato meccanismo ci sono Paolo Nicolò Romano (Verdi/SI), Enza Bruno Bossio (Pd), Catia La Porta (Fdi) e persino Valentino Valentini (Fi), storico collaboratore di Silvio Berlusconi. Chissà che finalmente non venga voglia di rimettere mano a questa legge elettorale che, oltre a non consentire agli elettori di esprimere le preferenze, produce anche questi pasticci.