Elezioni, l’ingovernablità post-urne potrà aiutare il governo del Paese - Affaritaliani.it

Politica

Elezioni, l’ingovernablità post-urne potrà aiutare il governo del Paese

di Daniele Rosa

Nessun vincitore ma forze politiche con idee contrastanti saranno costrette a cercare accordi a destra e a sinistra

Nonostante un diluvio di sondaggi pre elettorali e nonostante i premier, veri o potenziali delle diverse aree politiche, alzino i toni giorno dopo giorno, il risultato delle urne sembra essere già scritto con un nome chiaro del vincitore :ovvero il partito dell’ingovernabilità. 

Infatti, vuoi soprattutto per una legge elettorale fatta apposta per non far vincere nessuno, tutti i sondaggi (questa volta partiti prima della stessa campagna elettorale), indicano che a meno di un miracolo, nessuno vincerà. E forse senza vincitori il Paese potrà essere governato.

Senza dimenticare che questa volta, più che mai, il risultato delle elezioni 2018 potrebbe essere nelle mani degli indecisi. Di quel 18% e passa di italiani che non vogliono, si disinteressano o peggio sono ormai nauseati dalla politica delle promesse o delle bacchette magiche.

Elezioni 2018. Poche preoccupazioni degli osservatori internazionali.

In uno degli ultimi sondaggi (quello elaborato da Quorum su dati della supernedia dei sondaggi You trend e Agi) emerge un quadro perfettamente coerente con le aspettative di tutti gli osservatori internazionali. 
Gli osservatori e i mercati internazionali sembrano infatti non essere troppo preoccupati dal voto italiano, proprio perché paiono convinti che il risultato delle urne obbligherà tutti i contendenti ad accordarsi. 
E si sa che negli accordi gli estremismi pericolosi vengono molto spesso limati.

Nessun vincitore ma forze politiche con idee contrastanti saranno costrette a cercare accordi a destra e a sinistra.

Non e’ un caso che pure il volenteroso premier dei pentastellati, Luigi Di Maio, in diverse occasioni ( ultima ieri a Londra) ha dovuto lasciarsi andare all’eventualità di possibili accordi post risultato elettorale. Un’eresia per il numero uno di un Movimento che ha fatto dello splendido isolamento un cavallo di battaglia. 
Ma questa volta sembrerebbe chiaro che da soli non si va da nessuna parte , tantomeno a governare un Paese complesso come il nostro.

Elezioni 2018. Il primo gradino del podio sarà molto affollato

Il sondaggio di Quorum conferma proprio che, nonostante un Silvio Berlusconi dolente ma apparentemente vincente, un Matteo Salvini vicino finalmente alle poltrone che contano, un Matteo Renzi che spera solo di non scomparire del tutto e un Luigi Di Maio che gia’ si sente vincitore, il primo gradino del podio dovrebbe essere abbastanza affollato. 

Che dicono le elaborazioni di Quorum?

Per quanto riguarda la Camera il numero d’oro dei 316 seggi non verrebbe raggiunto da nessuna formazione. Nel Centrodestra l’UDC avrebbe 12 seggi, FI 133, la Lega 105 e FDI 40, per un totale di 290.  Tanti, ma non sufficienti. Il M5S per tutti sarebbe il primo partito con 149 seggi, un risultato di tutto rispetto ma insufficiente per ‘fare' da soli. E così il PD, quotato a 146 seggi. Per finire con LEU bloccato a 26. Altri partiti più piccoli raggiungerebbero a fatica i 7 seggi. Tutti abbastanza forti ma nessun vero vincitore.

E al Senato?
 
Più’ o meno lo stesso. 
Il Centrodestra otterrebbe 7 seggi con UDC, 69 con FI, 40 con la Lega e 24 con FDI. 
Un totale di 140 senatori, tanti ma non sufficienti a raggiungere il numero chiave di 158.
Il M5s sarebbe pure forte anche in Senato ma non forte abbastanza. 77 sarebbero i suoi senatori. 73 senatori invece per il PD . Solo 13 per LEU e 6 senatori per gli Altri.
Insomma anche in Senato la musica non cambierebbe.

Elezioni 2018. Ingovernabilità pure nei collegi

E la battaglia nei collegi?

Incerta allo stesso modo
Al Senato il Nord dovrebbe rimanere in mano al Centrodestra; il Centro prevalentemente rosso PD e il Sud, ancora incerto, ma tendente al Centrodestra con le uniche due eccezioni in Sardegna e in una piccola parte della Sicilia, nelle mani dei pentastellati.

Alla Camera rimarrebbe saldamente il Nord in mano alla coalizione di Centrodestra. 
Il Centro prevalentemente a sinistra e il Sud combattuto tra Centrodestra e M5S.

In ogni caso senza accordi il paese sarebbe ingovernabile.

Ed ecco perche’ se i sondaggi verranno rispettati, due le conclusioni che si potrebbero trarre: da un lato gli indecisi potrebbero giocare un ruolo decisivo, e dall’altro invece la quasi sicurezza che il Governo del Paese dovrà’ certamente passare da accordi e mediazioni. 

Questa potenziale ingovernabilità obbligherebbe tutti ad accordi.
E non si rischierebbe così di lasciare la sesta potenza economica mondiale nelle mani di inesperti, irresponsabili, o peggio di gente incapace di capire che solo attraverso accordi interni tra le forze politiche e confronto equilibrato con l’Europa è possibile rafforzare una ripresa che ormai è partita, ma necessita solo di riforme, idee chiare e buon senso.