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Politica
Elezioni, la Lega punta ad avvicinare Meloni e doppiare FI. Inside

Elezioni regionali Lombardia 2023, il primo obiettivo è il 15% ma con l'ambizione di poter arrivare addirittura al 17-18% (sognando perfino quota 20%)

Inutile girarci intorno. Nel Centrodestra, a microfono spento, lo sanno tutti. E tutti lo dicono. Dopo il via libera del Consiglio dei ministri al testo del ministro Roberto Calderoli sull'autonomia regionale differenziata, ora l'attesa è per i risultati delle elezioni regionali di domenica 12 e lunedì 13 febbraio, soprattutto in Lombardia. Partiamo dai dati delle elezioni politiche dello scorso settembre, prendendo in considerazione solo il voto lombardo. Fratelli d'Italia ha più che doppiato la Lega con il 28,5% rispetto al 13,3% del Carroccio. Un risultato clamoroso, storico e per certi versi inatteso. Ora la speranza del partito di Matteo Salvini - e le sensazioni sono buone in Via Bellerio - è quella di crescere rispetto al dato delle Politiche.

Primo obiettivo il 15% ma con l'ambizione di poter arrivare addirittura al 17-18% (sognando perfino quota 20%). Tutto questo con un ridimensionamento di FdI, che quasi certamente resterà il primo partito della coalizione e anche della Regione ma con una possibile flessione rispetto al 25 settembre. Se così fosse, se la Lega davvero riuscisse a valere più della metà del partito di Giorgia Meloni avvicinandosi a FdI le conseguenze a Roma sarebbe un'accelerazione dell'autonomia con la possibilità concreta che il via libera definitivo del testo possa arrivare entro la fine dell'anno, come aveva annunciato Salvini prima di Natale. Importante per la Lega sarà anche doppiare (e andare perfino oltre) Forza Italia, che alle Politiche si era fermata in Lombardia al 7,9%.

La Lega si gioca molto del suo futuro alle Regionali in Lombardia. Se davvero andasse in porto l'operazione recupero su Fratelli d'Italia ci sarebbe un boost all'autonomia, mettendo a tacere le polemiche nel Centrodestra, e anche la leadership di Salvini ne gioverebbe fortemente e si metterebbero a tacere le polemiche con l'ala bossiana (Comitato Nord) e con i Governatori, Luca Zaia in testa. Se invece la Lega dovesse addirittura arretrare rispetto al dato delle Politiche, sarebbe un brutto colpo sia per la riforma federalista sia per la leadership di Salvini. Ma parlando con i leghisti le sensazioni sono buone e sembrano esserci i presupposti per un recupero. Magari bissato con un 6-7% nel Lazio che sarebbe comunque un dato di tutto rispetto.

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