Politica

Elezioni: Prodi e Berlusconi, i vecchi generali ritornano in sella

Daniele Rosa

Le manovre degli ex premier in vista delle elezioni politiche del 2018: tutte le incognite sul sentiero delle alleanze da qui al voto

E dopo tanti anni sono ancora loro, nel bene e nel male, Romano Prodi e Silvio Berlusconi, a guidare le loro truppe verso le prossime elezioni. Le elezioni siciliane sono state una perfetta anticipazione di quello che potrebbe essere lo scenario vincente o perdente nel prossimo turno elettorale nazionale considerata la nuova legge elettorale e l'avversario forte e isolato pentastellato. I due grandi vecchi ( con tutto il rispetto per l'età) sono ritornati ad essere i driver riconosciuti delle operazioni e i generali rispettati nelle nuove strategie d'attacco.

L'INTELLIGENZA POLITICA DEL PROFESSORE
Il professore bolognese ha rapidamente capito che, se il centrosinistra si presentasse alle elezioni di marzo splendidamente diviso, rischierebbe lo schianto elettorale. L'ex cavaliere milanese, accantonata l'idea di risorgere dalle sue ceneri come l'araba fenice, ha cominciato a ricucire i rapporti con i due partner, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, con i quali volenti o nolenti deve fare i conti.

E così Romano Prodi (e qui si può vedere l'intelligenza tattica dell'uomo) lasciati da parte i vari bocconi amari serviti a più riprese da Matteo Renzi, ha preso in mano il telefono e ha cominciato a ricucire rapporti sfilacciati, anche e soprattutto con il leader PD. Con quale obiettivo? ' Quello di allargare la possibilità di gradimento popolare mantenendo unito un campo di centrosinistra il più possibile ampio' così come affermano due note ufficiali e parallele dopo la lunga conversazione telefonica avuta tra i due.

MDP I PIÙ CORIACEI
L'ampio terreno del centrosinistra che probabilmente si auspicherebbe potrebbe avere la forma di un tridente così disegnato: il Pd di Matteo Renzi, l'area civica , quella dei radicali e dei Verdi capeggiata da Giuliano Pisapia e l'area centrista di Beatrice Lorenzin. Chi mancherebbe all'appello? MDP con Roberto Speranza, Luigi Bersani e Massimo D'Alema. Sembrano loro i più 'coriacei ' a mediazioni, ma in ogni caso,la macchina della diplomazia è partita e alla guida c'è ancora lui, il Professore.

IL NUOVO SMALTO DELL'EX CAVALIERE
Nell'altro versante il Cavaliere, a cui non è mai mancata la capacità di guidare ma sembrava aver perso smalto e interesse, è ritornato, negli ultimi mesi, più in forma che mai. Dopo parecchi tentativi fatti per seminare confusione (dalle proposte di candidature a premier del Centrodestra di Luca Zaia o Stefano Parisi ad esempio) ha capito che il Santo Graal della vittoria stava soltanto nell'unità coi compagni di viaggio.

E così abbracci e baci in Sicilia nel patto dell'arancino a suggellare una rinnovata armonia sulla carta. Vera o falsa che sia ma rappresenta l'unica strada per aspirare alla vittoria. In ogni caso, è prematuro ipotizzare che succederà nei prossimi mesi. Ma una cosa è certa: dopo vent'anni sono ancora loro due a indirizzare i due più importanti blocchi politici nazionali. Che questo 'amarcord' sia un bene o un male per il paese non è dato sapere. Che sia un dato di fatto è in fronte agli occhi di tutti.