Roma, valanga Raggi (M5S). Giachetti davanti alla Meloni
De Magistris boom a Napoli. Pd in testa a Torino e Bologna ma sotto le previsioni
Sono tutte in bilico le grandi città. Ma quello che è certo è il balzo della candidata del Movimento cinque stelle Virginia Raggi a Roma e il duello sul filo di lana per il ruolo di sfidante al ballottaggio tra Roberto Giachetti e Giorgia Meloni che dura tutta la notte per concludersi poi a favore del primo. M5S se la gioca con il Pd anche a Torino dove Chiara Appendino insegue Piero Fassino che comunque è avanti di oltre dieci punti. Dem e centrodestra si contendono, poi, Milano con Beppe Sala e Stefano Parisi: appena lo 0,7% divide i due manager. A Napoli, invece, si profila la peggior battuta d'arresto per il Pd che a metà dei seggi scrutinati è fuori dal ballottaggio. Si preparano infatti ad andare alla sfida del 19 giugno Luigi De Magistris che vola oltre il 42% e il candidato del centrodestra Gianni Lettieri che arriva sopra al 24%. E' questo il quadro della tornata di elezioni amministrative che ieri ha coinvolto 1.342 comuni di cui 25 capoluoghi di provincia. Nel dettaglio a Torino con 718 sezioni scrutinate su 919 il candidato del Pd Piero Fassino conquista il 41,68% contro il 31,03% di Chiara Appendino. Gli altri risultati vedono Alberto Morano all'8,39%, Osvaldo Napoli al 5,38 e l'ex sindacalista della Fiom Giorgio Airaudo, schierato per la sinistra, al 5,09%. A Milano (1.059 sezioni su 1.248) Giuseppe Sala è avanti per un soffio con il 41,60% contro il 40,90 di Stefano Parisi. E poi: Gianluca Corrado (M5S) al 10,07%, Basilio Rizzo, della sinistra estrema, al 3,51%. Anche nella 'rossa' Bologna il sindaco uscente Virginio Merola (386 sezioni su 445) con il 39,72% è costretto al ballottagio contro la candidata della Lega Nord, di Fi e di Fdi Lucia Borgonzoni con il 22,23% mentre il candidato cinquestelle Massimo Bugani è al 16,38%. A Roma (1.656 sezioni su 2.600) prima è Virginia Raggi (M5S) con il 35,77%: ad andare al ballottaggio con lei Roberto Giachetti con il 24,52% dopo un lungo testa a testa con Giorgia Meloni rimasta al 20,74%. Alfio Marchini si piazza quarto con il 10,76% (un punto e mezzo in più rispetto a quanto ottenne tre anni fa presentandosi da solo, senza l'appoggio di Forza Italia) e per la sinistra Stefano Fassina è al 4,42%. A Napoli a metà scrutinio (443 sezioni su 886) il sindaco uscente Luigi De Magistris ottiene il 42,27% contro Gianni Lettieri al 24,10% per il centrodestra. Fuori dal ballottaggio Valeria Valente al 21,54%, mentre il grillino Matteo Brambilla è quarto con il 9,68%.
Poche le vittorie al primo turno a questa tornata di elezioni amministrative. Eventualità che si profila a Cagliari (23 sezioni scrutinate su 174) con Massimo Zedda, sindaco uscente e candidato del centrosinistra, al 50,23% e Piergiorgio Massidda, per il centrodestra, indietro di quasi 20 punti. Stessa sorte per Andrea Gnassi a Rimini che, sotto le insegne del centrosinistra, strappa uno dei risultati più alti, il 57%. Si andrà invece al ballottaggio a Ravenna dove Michele De Pascale, candidato del Pd e di altre liste di centrosinistra si è fermato attorno al 47%, con lo scrutinio ancora da ultimare: non sufficiente per chiudere subito la partita. Se la vedrà con Massimiliano Alberghini, candidato del centrodestra, che parte con circa venti punti di svantaggio. A Benevento (5 sezioni su 72) Clemente Mastella, in corsa per il centrodestra, sembra destinato, con il 34%, ad andare al ballottaggio con Raffaele Del Vecchio, candidato del centrosinistra, che ottiene il 30,91. Dopo quasi otto ore lo spoglio procede comunque a rilento e l'astensionismo ha giocato anche stavolta un ruolo: sono sempre di più gli elettori che scelgono di disertare le urne. Soprattutto in grandi città come Torino, Milano con un calo di ben 13 punti, Bologna e Napoli mentre il dato di Roma è in controtendenza. L'affluenza alle urne si attesta al 62,14% mostrando un'evidente flessione rispetto a cinque anni fa quando in due giorni andarono alle urne il 67,42%. Affluenza in calo in tutte le grandi città: nessuna, a parte Cagliari (61,79%), arriva al 60%. A Napoli, nell'unica giornata elettorale che si distende dalle 7 alle 23, vota il 54,4% (nelle precedenti amministrative aveva votato oltre il 60%), a Milano il 54,66, a Bologna il 59,72%, a Trieste il 53,3%, a Torino 57%. A Roma l'affluenza è stata del 57,19%, superiore a quella registrata nel precedente turno amministrativo quando si era fermata al 52,81%.
A esultare fin da metà nottata per i risultati delle amministrative sono i Cinquestelle mentre per i dem tacciono i candidati a sindaco e parlano i due vice segretari Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini. Sul fronte del centrodestra tace Giorgia Meloni che perde per pochi voti la possibilità del ballottaggio a Roma con la Raggi mentre Matteo Salvini attacca Silvio Berlusconi. In una conferenza stampa convocata in nottata Virginia Raggi si dice "pronta a governare" e ad essere "il primo sindaco donna" di Roma mentre dal blog Beppe Grillo osserva che l'avanzata del Movimento cinque stelle "è lenta ma inesorabile". E' trionfante Alessandro Di Battista: "Siamo la prima forza politica nella capitale e basta con questa storia del populismo, noi siamo la politica gli altri hanno fallito". E' tranchant il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, sull'affermazione della Raggi: "C'è un risultato importante, ma si tratta di un dato abbastanza isolato perché in molte altre realtà il M5s non è proprio in partita". Non nasconde un po' di delusione Alfio Marchini ("il dato politico è che siamo quarti") secondo il quale gli elettori "non hanno compreso a fondo l'alleanza con i partiti" anche se "dare la colpa ai partiti sarebbe ingeneroso". Per il leader della Lega Nord Matteo Salvini "a Milano la partita è apertissima" ma a Roma "Forza Italia ha fatto una scelta suicida. Spero di giocarmela al ballottaggio". I ballottaggi? "Mai nella vita voterei per il Pd e per Renzi" che "ha preso una bella mazzata". Anche Forza Italia conferma che "mai inviteremo a votare a un ballottaggio un candidato del Movimento cinque stelle o del Pd". Un'altra novità riguarda il centrosinistra 'classico' che per la prima volta resta confinato solo in tre realtà: Milano, Trieste e Cagliari. Nelle altre città - in 17 città capoluoghi di provincia su 23 e 74 su 156 comuni al di sopra dei 15 mila abitanti - la sinistra alternativa al Pd renziano, nata dall'unione tra Sel e i transfughi del Pd, corre da sola. E fa male ai dem. Accade a Torino con Giorgio Airaudo che con il 3,9% strappa voti preziosi a Fassino, accade a Roma con Fassina che si attesta intorno al 4%, ma anche a Bologna dove l'esponente della sinistra Federico Martelloni sfiora addirittura il 9%.