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Politica
Pd, Fiano: "Rischiamo di scomparire come i Socialisti francesi"

Pd, Fiano: "Il congresso andrebbe fatto a tesi, come avviene nei grandi partiti della socialdemocrazia europea". Intervista

 

"Ho fatto autocritica il 26 settembre, il giorno dopo le elezioni, con un post su Facebook ripreso anche da diversi quotidiani e dalla mia avversaria, Isabella Rauti". Emanuele Fiano, deputato Pd di lungo corso che ha perso nel collegio uninominale di Sesto San Giovanni-Milano Nord, parla con Affaritaliani.it dopo l'articolo del nostro giornale che analizza la sua sconfitta contro la candidata di Fratelli d'Italia. "Anche Rauti ha riconosciuto la chiarezza e la correttezza del mio post. Ha vinto la destra guidata da Giorgia Meloni ed è giusto che governi il Paese. E' la democrazia. Ed è la democrazia anche la vittoria di Rauti nel mio collegio che rappresenterà a Roma. Non per questo modifico i giudizi sulla destra. Noi abbiamo perso per motivi non tutti nostri, ma è il risultato peggiore del Pd che io ricordi, e nella sconfitta mi ci metto dentro".

"Ci siamo presentati alle elezioni con un sistema in parte maggioritario sostanzialmente da soli e non poteva che finire così, come ho scritto il 26 settembre. E anche io ho fatto errori di valutazione. Qualcuno ha detto che il 25 settembre è stato un giorno triste per il Paese; è stato un giorno triste per noi ma non dobbiamo nasconderci che una parte del Paese è ben contenta. E nasconderci questo significa metterci su di un piedistallo. Il mio post, quello dove appunto faccio critica e autocritica, ricordo, ha avuto 4.700 like e circa 1.000 commenti, non credo di essere isolato in questo giudizio".

Detto ciò, si è aperta la fase congressuale del Pd ed Enrico Letta non si ripresenterà alla segreteria. Ma bisognerà attendere fino a marzo, tempi biblici. Non sarebbe meglio velocizzare la macchina burocratica del Pd? "Sono d'accordo. Servono tempi il più possibile rapidi e brevi. L'attuale statuto parla di 118 giorni da quando parte il congresso, si potrebbe accelerare e tenere il congresso a febbraio o cambiare lo statuto. Ricordo, inoltre, che io non facevo parte né della direzione né della segreteria che ha preso le decisioni su queste elezioni, l'ultima segreteria di cui ho fatto parte è stata quella di Nicola Zingaretti. Non ero negli organi decidenti. Serve sicuramente una riflessione sul nostro statuto, visto che prima del congresso nazionale devono riunirsi le migliaia di nostri circoli, io capisco e condivido che debbano discutere, ma non possiamo sottovalutare il fattore tempo. Ne va anche qui della credibilità di un gruppo dirigente. Va cambiato per me anche il regolamento congressuale".

"Il congresso andrebbe fatto a tesi, come avviene nei grandi partiti della socialdemocrazia europea. Questo forse lo pensa anche Letta, non saprei, però resta il fatto che con questo statuto il congresso non sarà a tesi ma si deciderà su delle persone alla fine di un percorso di ascolto e poi di enucleazione dei nodi. Questo non vuol dire congresso a tesi. Significa un percorso sostanzialmente classico. Noi dobbiamo evitare che la  scelta di una Segretaria o Segretario sia frutto di accordi pattizzi. Di nuovo enitrerebbe in ballo la credibilità del gruppo dirigente. Occorre scontrarsi sull'identità del Partito Democratico, su chi vogliamo essere e su chi vogliamo rappresentare. Il conflitto sociale esploderà e noi dobbiamo schierarci. Sono le cose che ho anche detto sempre in campagna elettorale", argomenta Fiano.

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emanuele fiano congresso pd





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