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Politica
Riecco la Bonino

Emma Bonino toglierà il suo nome dal logo del movimento +Europa e, contemporaneamente, annuncia che si trasformerà in un partito in vista delle prossime europee di maggio 2019.

Una scelta che era nell’aria, visto che l’europeismo della Bonino interessa sicuramente molti che vorranno cercare di trarre profitto dal suo parco voti.

Alle politiche la sua lista si è mantenuta abbandonatemene sotto il 3% e quindi non è entrata, eleggendo però lei al senato e tre deputati. Insomma, numeri piccoli, che servono a gestire poteri piccoli, quasi personali. La presenza del democristiano Bruno Tabacci, agli antipodi ideologici, ne è la riprova.

Infatti, i Radicali Transnazionali avevano dato indicazione del non voto pur di non favorire quella che, negli ultimi anni, è stata una antagonista di Marco Pannella.

In questa particolare congerie storica e politica, dominata dal sovranismo sia in Italia che all’estero, non poteva quindi mancare la difesa dell’Europa declinata nella magnificenza della sua inutile e costosa struttura burocratica, dominata da vincoli, e fregature, soprattutto per l’Italia.

Ma la Bonino ha fiutato l’aria e sa che qualcosa gliene verrà di sicuro, visto che per reazione potrà acchiappare i voti anti-italiani degli europeisti radical-chic e quindi fa la mossa da madre nobile, e cioè rinuncia al nome. Piccoli poteri che prosperano simbioticamente al mainstream mondiale. Effetti collaterali di idee potenti che cambieranno, si spera, l’Europa e il Mondo.

 

 

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