Politica

Berlinguer, 100 anni dopo la nascita di un “grande italiano” (E. Letta dixit)

Di Pietro Mancini

Berlinguer vinse la battaglia sulla “questione morale” e sull’onestà

“Dolce Enrico”, come lo cantò Antonello Venditti


A 100 anni dalla nascita di Enrico Berlinguer (Sassari, 1922-Padova, 1984) - “una di quelle grandi personalità, di parte, che appartengono alla storia collettiva del nostro Paese”, come gli ha reso omaggio, alla Camera, Enrico Letta, 55 anni - si può osservare che, dopo il crollo del Muro di Berlino, il Pci, per non essere travolto dalle macerie del comunismo internazionale, dovette assimilarsi ai partiti socialisti europei e unirsi alla loro famiglia politica. 

Ma Berlinguer vinse, con il Psi di Craxi (1934-2000) e con la DC di Forlani, 96 anni, la battaglia sulla “questione morale” e sull’onestà, mantenendo una identità distinta da quella degli altri partiti, che gli evitò di essere trascinato nella loro triste fine. 

Il messaggio, forse, più attuale del “dolce Enrico”, come lo cantò Antonello Venditti, 73 anni? 

La consapevolezza che, quando la classe dirigente chiede sacrifici alla gente, che lavora, deve contare su un grande consenso, dimostrare credibilità, etica prima che politica, e soprattutto la capacità e la volontà di colpire esosi e intollerabili privilegi. 

 

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