Politica

Fiorentina-Cremonese, maglie originali. Frutto dell’armocromista di Schlein?

Di Giuseppe Vatinno

Qualcosa sta cambiando...

Ieri sera la Fiorentina ha giocato con i suoi colori ufficiali e la Cremonese pure, indossando una casacca grigio – rossa a righe, come d’ordinanza. Finalmente si è assistito ad una partita di calcio dal cromatismo suggestivo, un miscuglio di rosso, viola e grigio che ha ristorato l’occhio dalle tante nefandezze viste in decenni di obbrobri.

Finalmente, al primo sguardo, si poteva conoscere chi era la Fiorentina e chi la Cremonese. Una rivoluzione non da poco. Le immagini davano un senso di pienezza estetica un po’ come osservare un quadro di Van Gogh. La pugna sportiva ne esaltava la potenza cromatica e ritornavano in mente le immagini del poeta Umberto Saba. Al calcio si è restituita, almeno per una partita, la sua dimensione epica ed eroica. I contendenti combattevano e si sapeva chi fossero.

Ora sarebbe bellissimo che si tornasse ai numeri originali, così magari uno riconoscerebbe al volo il giocatore e ancor di più sarebbe molto bello che i commentatori che starnazzano coprendosi l’un l’altro tacessero, anzi che ce ne fosse uno solo, magari come il mitico Bruno Pizzul che bisognerebbe richiamare al lavoro, nonostante l’età. Insomma ci vorrebbe un po’ di normalità.

L’impazzimento cromatico fa parte del più ampio fenomeno del “mondo alla rovescia” di cui spesso abbiamo scritto. Uno filma le ladre in metro e viene picchiato ed esecrato, uno esce e quando torna trova la casa occupata e deve andare via il proprietario, uno vede una partita di calcio e non sa chi stia giocando.

E quindi aveva ragione un grande scrittore inglese, Gilbert Keith Chesterton che, in “Eretici”, giustamente preconizzava l’attuale impazzimento: “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”. Forse per salvare il mondo non ci vogliono improbali rivoluzioni ma semplicemente il ritorno al buon senso.