Gianni Alemanno parla del Movimento Nazionale per la Sovranità
Gianni Alemanno e Francesco Storace fondano un nuovo Movimento
D: Ieri è nato da “Azione Nazionale” e da “La Destra” il “Movimento Nazionale per la Sovranità” con te Segretario nazionale e Storace Presidente. Cosa vi proponete?
R: Il nostro Movimento ha appunto l’obiettivo di riunire la destra intorno all’idea di sovranità nazionale e popolare, per costruire anche in Italia quel Polo sovranista che esiste ormai in ogni nazione occidentale. Mentre tutti si scindono e si dividono, noi ci uniamo per dare una Casa comune a tutto il nostro mondo.
D: ieri chi c’era della Lega e di Forza Italia? Avete invitato Salvini e Berlusconi?
R: Si li abbiamo invitati. Berlusconi ha inviato un messaggio scritto, mentre Salvini era impegnato con le “gazebarie” in Lombardia, ma entrambi hanno comunque mandato un’autorevole delegazione. In quella della Lega c’erano il vice-segretario Giorgetti, il Segretario di Noi per Salvini Volpi, e le onorevoli Barbara Saltamartini e Souad Sbai, mentre per FI sono venuti il capogruppo Renato Brunetta e il vice-presidente del Senato Maurizio Gasparri.
D: E Fratelli d’Italia? La Meloni l’avete invitata?
R: La Meloni è stata invitata, come abbiamo richiesto una delegazione di Fratelli d’Italia, ma non c’è stata alcuna risposta.
D: Considerando però che la Lega è in ottimi rapporti con FdI per la proprietà transitiva potrebbe esserci poi una interazione…
R: Noi siamo pronti al dialogo con tutte le forze di destra, soprattutto con quelle schierate su posizioni sovraniste.
D: Ma come farete ad amalgamare le due componenti presenti in tutti i centro-destra europei e cioè quella sovranista e quella liberista?
R: Tramite lo strumento delle primarie, che possono servire non solo per scegliere il candidato Premier ma anche il programma politico, nell’ambito di una comune cornice valoriale. In questo modo potremmo superare le divisioni, senza fare compromessi al ribasso. Se ci riuscissimo, l’Italia sarebbe il primo paese europeo a superare la contrapposizione tra liberal-popolari e sovranisti. Operazione difficile, soprattutto per le differenti valutazioni sull’Euro, ma che darebbe all’Italia il valore di un laboratorio politico per tutto il continente.
D: Se Renzi subisse una scissione con un riavvicinamento a Berlusconi che succederebbe?
R: Sarebbe un’ipotesi nefasta: non è possibile nessun rapporto politico con chi ha votato Si al Referendum costituzionale del dicembre scorso.
D: Pino Rauti parlava di “sfondamento a sinistra” nella visione della destra sociale. Voi riprendete questa ottica?
R: Rauti era un antesignano, che spesso intuiva verità ancora inattuali. Oggi lo “sfondamento a sinistra” è possibile e necessario: con Matteo Renzi il Pd ha abbandonato la difesa dei diritti dei lavoratori, mentre la sinistra più o meno estrema non ha alcun modello realistico da proporre. Partire dalla sovranità nazionale permette invece alla destra di proporre un modello sociale ed economico che, attraverso il recupero delle leve del cambio e delle dogane, mette in condizione la politica democratica di promuovere il lavoro italiano e le tutele sociali. I nostri obiettivi sono quattro: lo “sfondamento a sinistra” come risultato della difesa del reddito dei lavoratori, la politicizzazione delle lotte delle categorie del ceto medio, in questi giorni gli ambulanti e i taxisti, la sintesi tra i principi della sovranità e della sussidiarietà come base di dialogo con il popolo del “family day” sui valori non negoziabili e infine interpretare la questione settentrionale e quella meridionale in una chiave di unità nazionale.
D: Che rapporto potete avere eventualmente con i Cinque Stelle?
R: Su questioni concrete possiamo avere obiettivi comuni, ad esempio la lotta contro la Direttiva Bolkestein, ma sulle grandi questioni di fondo siamo molto distanti. Dall’antipolitica dei grillini può nascere solo protesta sterile e confusione ideologica.
D: Ma Beppe Grillo può essere considerato di destra?
R: Beppe Grillo fa un grande minestrone sui temi politici e sociali, quindi ogni tanto dice anche cose di destra, ma subito dopo lancia slogan di sinistra o messaggi quasi folli. È una specie di frullato ideologico, con l’aggravante che da qualche tempo, per darsi un tono moderato, fa clamorosi passi indietro su questioni essenziali. Sull’Euro, ad esempio, si è trincerato dietro l’indizione di un ambiguo e impossibile referendum popolare su questo tema.