Politica
Giustizia 'bomba a orologeria'. Italia Viva avverte gli ex alleati
In arrivo il primo incidente per il governo azzoppato?
Il dossier giustizia potrebbe trasformarsi in una bomba a orologeria il cui timer ha gia' iniziato a macinare minuti. I numeri risicati della maggioranza orfana dei renziani, soprattutto al Senato, potrebbero infatti mettere in seria difficolta' i giallorossi su diversi fronti tutti relativi al tema giustizia, a partire dalla prossima settimana quando Camera e Senato saranno chiamati a votare sulla relazione annuale del Guardasigilli sullo stato della giustizia. Ma sotto i riflettori ci sono anche le riforme della giustizia civile e penale, in esame nelle commissioni dei due rami del parlamento. Si tratta proprio di due commissioni in cui i voti di Italia viva potrebbero diventare determinanti, qualora gli esponenti renziani dovessero schierarsi contro la maggioranza e sommare i loro voti a quelli del centrodestra: una 'mossa' che metterebbe in minoranza i giallorossi. Che la giustizia - tema da sempre divisivo nella maggioranza, con Iv spesso schierata contro, come ad esempio nell'annosa questione della prescrizione - possa trasformarsi per Renzi in un'arma contro l'esecutivo ne e' consapevole la stessa maggioranza, tanto da impensierire Pd e M5s, che spingono per un allargamento parlamentare del perimetro delle forze che sostengono il governo.
Non sono sfuggiti, del resto, gli avvertimenti lanciati nei giorni scorsi, e ultimo ieri sera, da matteo Renzi: "Non hanno i numeri nelle Commissioni. Non ho piu' il vincolo di maggioranza, non devo piu' votare per Bonafede", ha detto il leader di Iv, che poi ha annunciato: La settimana prossima, esattamente il 27 gennaio alla Camera (e probabilmente si esprimera' lo stesso giorno anche il Senato) Italia viva "votera' contro la relazione del ministro della Giustizia Bonafede sulla giustizia". Anche ieri in Aula, rivolgendosi direttamente a Conte, Renzi ha ricordato quando a maggio, in occasione del voto di sfiducia al ministro Alfonso Bonafede, "lei, Presidente, si alzo' in questa Aula e chiese alla maggioranza un gesto di responsabilita'. Noi l'abbiamo seguita". Adesso non sara' piu' cosi', e' il sottinteso? Non ci gira intorno il renzianissimo Luciano Nobili: "Se hanno intenzione di trovare un accordo serio con noi bene, altrimenti il governo ha le ore contate", mette in guardia il deputato Iv.
Nobili quindi conferma il no del suo partito alla relazione del Guardasigilli. E il problema e' serio al Senato: se i renziani in blocco, infatti, decideranno di seguire la linea dell'ex premier, la maggioranza potrebbe non avere i numeri. Ieri infatti il governo ha incassato 156 si', ma compresi i voti di tre senatori a vita e due ex FI. E' vero che tra le fila di M5s c'era un assente, ma i numeri potrebbero scendere (senza i voti di Liliana Segre e Elena Cattaneo) a 154-155, mentre le opposizioni (140 i no di ieri) sommate ai 17 o 18 (dipende da cosa fara' Nencini) voti dei renziani arriverebbero a quota 157-158. Insomma, numeri altamente a rischio. Tanto che Nobili pronostica: "L'incidente e' sicuramente dietro l'angolo". Ma la battaglia renziana potrebbe allargarsi a tutto il fronte giustizia: il capogruppo Davide Faraone spiegava in mattinata: "Continueremo a migliorare i provvedimenti secondo le nostre idee: quello che prima facevamo in maggioranza, nei Consigli dei ministri e nelle riunioni, continueremo a fare, con un altro ruolo, in Parlamento. In commissione Giustizia ad esempio il senatore Cucca e' decisivo".
Parole, quelle dei renziani, che hanno fatto alzare le 'antenne' al centrodestra, pronto a contribuire a creare l'incidente. Rischi di cui la maggioranza e' consapevole. Il dem Michele Bordo osserva: "La prossima settimana ci sara' poi il voto sulla relazione annuale sullo stato della giustizia con il ministro Bonafede. Renzi ha gia' detto che votera' contro. Quello sara' un passaggio parlamentare molto importante ed e' la ragione per la quale io credo che, per il bene del Paese, ci sia la necessita' di rilanciare in fretta il governo e di lavorare per trovare quella maggioranza numerica e politica necessaria per assicurare la stabilita'. Il Paese ha bisogno di un governo forte". E il presidente della commissione Giustizia della Camera, il pentastellato Mario Perantoni spiega: "Le riforme della giustizia in corso di discussione in Parlamento - processo civile e penale, Csm e ordinamento giudiziario - sono parte integrante del Piano nazionale di resilienza e ripresa, sarebbe un gravissimo errore ostacolarle. Mi auguro che tutte le forze politiche ne siano ben consapevoli e mi appello al loro senso di responsabilita' verso la nazione". Perantoni ricorda che "al Senato pende da tempo, come ha ricordato ieri lo stesso presidente del Consiglio Conte, la riforma del processo civile mentre qui alla Camera stiamo a buon punto nell'esame di quella sul processo penale, visto che il 1 febbraio scade il termine per la presentazione degli emendamenti: sono certo che apporteremo validi miglioramenti con il contributo di tutti". E il vicepresidente dei senatori Pd, Franco Mirabelli, incalza: "Quello di ieri e' un punto di partenza per provare a consolidare una maggioranza, che non ha alternative in Parlamento, e costruire un patto politico che ci porti alla fine della legislatura ma, soprattutto, che metta in campo quelle riforme che servono per mettere il Paese davvero nelle condizioni di beneficiare al meglio delle risorse dell'Europa", come la "riforma della giustizia civile e della giustizia penale".