Politica

Giustizia, la sinistra "riabilita" Berlusconi: verso una riforma bipartisan?

Di Lorenzo Zacchetti

Dopo le scuse di Di Maio a Uggetti, un nuovo segnale: la svolta è radicale. La politica si prepara a sciogliere nodi ancora irrisolti?

Luigi Di Maio chiede scusa a Simone Uggetti, ex Sindaco Pd assolto dopo l’onta del carcere, e Mimmo Lucano riabilita nientemeno che Silvio Berlusconi, per decenni nemico numero uno del centrosinistra. Che cosa sta succedendo nel sempre controverso rapporto tra politica e giustizia? Come mai ci sono così tanti folgorati sulla via di Damasco? Restando in tema, pare davvero che molti politici si stiano adeguando alla parafrasi del Vangelo di Matteo che da anni circola come battuta nei palazzi del potere: “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno giustiziati”. 

La giustizia e i soldi dell’Unione Europea

Non c’è proprio nulla di mistico in questa inversione a U che sta modificando in modo significativo lo scenario politico. Al contrario, sono in gioco temi molto concreti come i soldi del Recovery Fund. Senza una riforma della Giustizia incardinata su tre pilastri (processo civile, processo penale, revisione dell'ordinamento giudiziario e delle regole di elezione del CSM, nonché quelle per i futuri magistrati che vorranno entrare in politica) ci giocheremo 2,3 miliardi di euro, una cifra che potenzialmente può fare la differenza tra una possibile ripresa e un altrettanto possibile tracollo economico-sociale, una volta che saranno sbloccati i licenziamenti. Non si può certo dimenticare che l’esistenza stessa del Governo Draghi è partita da due obiettivi fondamentali: il rilancio della campagna vaccinale e la gestione del Next Generation EU. Sul primo obiettivo si sta procedendo alla grande - il Generale Figliuolo si è rivelato un’ottima scelta – mentre sul secondo stiamo ancora annaspando. Il progetto di riforma della ministra Cartabia, così determinante in questo percorso, non piace a diversi magistrati e una figura trasversalmente molto stimata come Nicola Gratteri ha letteralmente demolito l’impianto della riforma nel corso del suo intervento a “Otto e mezzo”.

Nicola Gratteri sulla riforma della Giustizia del Governo Draghi


Una spinta bipartisan verso il garantismo

Su temi così delicati, che mettono a discussione le libertà personali, è scontato che vi siano posizioni molto diverse. Nonostante il cambio di linea di Di Maio, sostenuto anche da Conte, molti esponenti ed elettori del M5S continuano a riconoscersi nelle posizioni più intransigenti (qualcuno direbbe “giustizialiste”) espresse anche da Piercamillo Davigo. Eppure da più parti si spinge per un superamento delle antiche trincee ideologiche, così Mimmo Lucano spiega a Klaus Davi, collaboratore di affaritaliani.it, di considerarsi vittima della giustizia: “È una condizione che non vorrei augurare a nessuno, neanche alla peggiore persona. C'è sempre una dimensione umana che bisogna rispettare. Non è giusta la persecuzione, non è mai una giustificazione. Vale anche per Berlusconi, come per qualsiasi altro essere umano”. Da parte sua, il fondatore di Forza Italia ha gioco facile nel dire che “la sinistra si accorge solo ora” del problema della giustizia, mentre per lungo tempo è stata usata come principale arma nei suoi confronti. In realtà, una figura molto autorevole come Giuliano Pisapia aveva da tempo ipotizzato una profonda riforma della Giustizia in senso garantista, ma la storia ha preso un corso diverso e il suo passaggio da Sindaco di Milano a un ruolo nazionale non ha preso corpo. 

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