Politica
Gli occhi di Berlinguer agitano il Pd. O Schlein lascia o sarà scissione
Schlein mette gli occhi di Berlinguer sulla tessera del Pd per il 2024. Cattolici furiosi. Guerini caustico: "Allora nel 2025 mettiamo Aldo Moro"
Schlein rischia grosso spostandosi sempre più a sinistra. O sarà costretta a lasciare dopo le elezioni europee o rischia una scissione
Gli occhi di Enrico Berlinguer sulla tessera 2024 del Partito Democratico. La presentazione fatta con orgoglio ed enfasi da parte della segretaria Elly Schlein rischia di diventare l'ennesimo boomerang all'interno di un Pd già terremotato per le vicende giudiziarie a Bari e in Puglia e per la rottura con il Movimento 5 Stelle. Basta leggere il commento caustico ma al vetriolo di Lorenzo Guerini, leader della minoranza riformista e cattolica dei Dem. L'ex ministro della Difesa e presidente del Copasir, dopo l'annuncio della tessera con gli occhi dello storico segretario del Partito Comunista Italiano, ha affermato: "Allora nel 2025 sulla tessera mettiamo gli occhi di Aldo Moro".
Traduzione: il Pd non è solo la tradizione comunista, poi Pds e Ds ma anche quella moderata, cattolica e riformista della Margherita e quindi di una fetta importante, quella più a sinistra, della Democrazia Cristiana. A microfono rigorosamente spento, visto che domenica la direzione nazionale vara le candidature alle elezioni europee dell'8-9 giugno e nessuno vuole esporsi adesso contro la segretaria, molti esponenti Dem, soprattutto della minoranza, spiegano senza troppi giri di parole che "Elly non ne sta azzeccando una". In Puglia è naufragato tutto, non per colpa sua, ma visto l'atteggiamento competitivo di Giuseppe Conte, che cerca il sorpasso sul Pd alle Europee, Schlein ha visto crollare il suo progetto di campo largo con il serio rischio di perdere la guida della città di Bari.
Andando separati, infatti, i sondaggi danno per vincente il candidato del Centrodestra Fabio Romito. Ma quest'ultima trovata degli occhi di Berlinguer sulla tessera per quest'anno ha fatto letteralmente saltare i nervi ai tanti cattolici ancora rimasti nel Pd e in molti cominciano a pensare che, probabilmente, ha fatto bene Beppe Fioroni ad andarsene mesi e mesi fa. Comunque, arrivati a questo punto, delle due l'una: o la segretaria con un risultato pessimo alle Europee - sotto il 20% - e alle Amministrative (la sconfitta in Piemonte è praticamente sicura) viene mandata a casa dalla maggioranza dell'assemblea nazionale con Paolo Gentiloni traghettatore fino alle primarie in autunno; oppure ci sarà una scissione, se Schlein dovesse restare segretaria, da parte di una parte consistente di riformisti e cattolici.
Ambigua la posizione di Dario Franceschini, che aveva sostenuto Schlein alle primarie insieme alla sinistra del partito, ma che ora non si sta esprimendo. In molti ritengono che prima di fare qualsiasi passo politico voglia capire che "aria tira" e per muoversi o per scaricare Schlein o per partecipare a una scissione verso il centro. Direzione Calenda o Renzi sarà tutto da vedere anche in base ai risultati delle Europee.