Politica
Governo crisi, M5S evoca la crisi di governo sul caso Siri. E la Lega...
Governo crisi? Il M5S minaccia la crisi di governo (caso Siri), la Lega non ci crede e risponde attaccando Virginia Raggi
Tensione nella maggioranza sul caso del sottosegretario alle Infrastrutture della Lega Armando Siri, indagato per corruzione in una inchiesta della Procura di Roma. Il Movimento 5 Stelle alza la voce e insiste nel chiedere le dimissioni o, quantomeno, la sospensione dal governo. "Qui non è una questione di indagati o meno così come non è una questione di intermittenza. Il punto è il merito, l'accusa mossa di corruzione. E lo dimostra il fatto che il M5S non ha mai chiesto di fare un passo indietro a Garavaglia, ma lo chiede oggi a Siri. Proprio perché sulla corruzione non si scherza. Quando l'assessore Frongia a Roma è stato indagato, nonostante circolasse nelle stesse ore la richiesta di archiviazione, lui si è autosospeso", si legge in una nota ufficiale del M5S. Fonti pentastellate arrivano addirittura a parla di possibile "crisi di governo" in quanto si tratta di "una grave macchia" per l'azione dell'intero esecutivo.
"Il sottosegretario Siri ha pieno diritto difendersi e come ha già detto il ministro Di Maio ci auguriamo che tutto si possa risolvere positivamente per la sua persona. Nessuno dunque gli sta negando questo diritto, diciamo solo che può difendersi ma lontano dal governo", aggiungono fonti del M5S. "Su un'accusa di corruzione non si scherza e per tutelare l'immagine di un esecutivo che sta lavorando bene, un esecutivo al di sopra di ogni sospetto, è bene che Siri si difenda, appunto, facendo un passo indietro", aggiungono le stesse fonti 5 stelle.
Dalla Lega, invece, sottolineano fonti autorevole e vicine al ministro dell'Interno che la linea al momento è quella di "tenere il punto, Siri non si deve dimettere. Noi siamo garantisti". Poi con tempismo perfetto escono nuove rivelazioni che imbarazzano il sindaco di Roma Virginia Raggi e la Lega coglie subito l'occasione per restituire lo schiaffo ai 5 Stelle. La ministra delle Autonomie Regionali Erika Stefani afferma: “Se il contenuto delle intercettazioni del sindaco Raggi corrispondesse al vero sarebbe la confessione di un grave reato e la chiara ammissione di una palese incapacità a governare. Per coerenza con le regole del Movimento ci aspettiamo le sue immediate dimissioni”. Ovvio il legame con il caso Siri, dimissioni per dimissioni (o non dimissioni per non dimissioni). Insomma, pan per focaccia.
Pesante la risposta del M5S alla Lega per gli attacchi alla Raggi. "E' una goffa ripicca la richiesta leghista di dimissioni del sindaco Raggi. Goffa perché parte in un momento in cui peraltro non c'é nessuna notizia d'indagine in corso, come scrive anche l'Espresso, mentre sull'indagine nei confronti di Siri sembra esserci la mafia di mezzo. Non scherziamo", afferma il M5S.
Verso sera arriva anche il giudizio netto di Salvini sul sindaco di Roma: "Chiedo le dimissioni di Raggi: non per le indagini o eventuali illegalità, che devono valutare i giudici, ma se dice 'non ho la città sotto controllo' allora amica mia cambia lavoro". Così il leader della Lega e ministro dell'Interno Matteo Salvini a Porta a Porta. "L'intercettazione c'è e è su tutti i giornali. Se il sindaco della città più importante d'Italia dice 'i romani fuori la finestra vedono la merda' e 'ho la città fuori controllo' è un giudizio politico: se Raggi ha la città fuori controllo - ha continuato Salvini - lasci fare il sindaco a chi è in grado".
Quanto all'ipotesi crisi di governo ventilata dai 5 Stelle, il Carroccio non crede a questa minaccia. "Manfrine, un po' di rumore e poi si sgonfia tutto. Figuriamoci se fanno cadere il governo con il reddito di cittadinanza appena partito e un sacco di provvedimenti cari al M5S che devono essere approvati", commenta un parlamentare leghista di lungo corso e che fa parte del cerchio ristretto dei salviniani. "Facciamo passare la Pasqua e poi le acque si calmeranno da sole", sottolinea. Il M5S attacca pensate su Siri, la Lega tiene il punto, replica sulla Raggi ma non crede alla crisi.