Politica

Governo, decolla il dialogo tra M5S e Pd. Ma resta il nodo Conte-bis. Inside

Alberto Maggi

"Bene Zingaretti", spiegano fonti pentastellate. Ma...

La nota uscita dall'ufficio stampa del Movimento 5 Stelle è talmente criptica che - scherzano deputati e senatori di vari gruppi - sembra il comunicato del comitato centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica. "Il M5S ritiene opportuno in questa delicatissima fase per il Paese attendere l’esito delle consultazioni che dirigerà il capo dello Stato Sergio Mattarella", recita la nota. E quindi, ufficialmente, nessuna indicazione prima dell'incontro al Quirinale con il Capo dello Stato. Eppure, rigorosamente a microfono spento, dal fortino blindato dei pentastellati qualcosa filtra.

"E' un buon inizio, ci si può sedere al tavolo a dialogare", fanno sapere fonti parlamentari M5S commentando il discorso di Nicola Zingaretti alla Direzione del Pd che ha approvato la relazione del segretario all'unanimità. "I punti elencati da Zingaretti sono interessanti", spiegano dal partito di Di Maio riferendosi alle cinque tematiche poste dal leader dem per un accordo con i 5 Stelle. Positivo anche il richiamo al fatto che debba essere un governo di legislatura e non un governicchio che porti l'Italia al voto nel 2020. Le basi ci sono, dunque, per avviare la trattativa anche se - sottolineano sempre fonti M5S - "oltre ai punti, interessanti, ci sono le virgole. E su quelle potrebbero esserci dei problemi".

E le virgole sono gli incarichi, ossia le poltrone. La prima di tutte è quella del presidente del Consiglio. Zingaretti ha parlato di rottura con il governo con la Lega e, implicitamente, il segnale che arriva dai dem (forse non dai renziani) è quello di un veto sul cosiddetto Conte-bis. Nonostante le durissime accuse a Matteo Salvini nel discorso di ieri in aula al Senato resta il fatto che il premier uscente ha condiviso tutte le scelte del segretario leghista, compresi i due decreti Sicurezza e la politica dei porti chiusi. E non a caso molti parlamentari del Partito Democratico insistono con il segnale di "forte discontinuità", non solo nel programma, con l'esecutivo gialloblu.

Per la maggioranza dei 5 Stelle, però, Nicola Morra e pochi altri, l'ipotesi prevalente è quella di un Conte-bis, visto che "è una risorsa per l'Italia come ha dimostrato parlando a Palazzo Madama". E al veto del Pd sul premier uscente di nuovo a Palazzo Chigi, le fonti pentastellate richiamano al comunicato "sovietico" di stamattina dove si legge nero su bianco che "il M5S coglie l’occasione per ricordare a tutte le forze politiche di essere il primo partito in Parlamento, con una propria maggioranza relativa". Tradotto: il Pd non dimentichi che ha meno della metà dei senatori e dei deputati del M5S e quindi piano con i veti. Insomma, sei contenuti - i punti - il dialogo decolla, sulle poltrone - le virgole - i problemi non mancano.