Governo, lo spettro di Renzi infesta le trattative: dimissioni reali o bluff?
La formazione di un nuovo governo dipende dall'assemblea Pd prevista per il 21 aprile, nella quale le dimissioni di Renzi potrebbero essere respinte
Il nuovo governo è a un'impasse, Matteo Salvini e Luigi di Maio se le danno di santa ragione dopo essersi corteggiati amorosamente, Silvio Berlusconi sorvola la scena come un astuto rapace e Matteo Renzi trama nell'ombra.
Sì, perché - malgrado la corrente a lui avversa si stia allargando - il Partito Democratico è ancora più o meno saldamente in mano sua, e l'assemblea del Pd prevista per il 21 aprile, anziché orientarsi verso l'analisi della sconfitta, potrebbe rinnovare la fiducia all'ex segretario, respingendone le dimissioni.
Un recentissimo tweet dello spin doctor Claudio Velardi lascerebbe intendere questa possibilità, e sono molte - almeno sui social tanto vituperati dal renziano di ferro Luigi Marattin, secondo il quale essi "minano la democrazia" - le voci che auspicano il ritiro delle dimissioni da parte dell'ex premier dem e il suo ritorno in scena da protagonista.
Senz'altro la retorica del "semplice senatore" sbandierata dopo l'esito catastrofico del 4 marzo non è propriamente in linea con il carattere di Matteo Renzi, il quale può contare su un esercito di fedelissimi pronti a buttarsi nel fuoco per lui e a buttare a mare tutti gli altri, se necessario. Secondo un post comparso sulla fanzine ufficiale Matteo Renzi News, il Pd senza di lui non può esistere... un ultimatum che ha messo in imbarazzo lo stesso ex ministro Graziano DelRio intervistato da Lilli Gruber a Otto e mezzo.
Il Pd attuale può dunque sopravvivere a un'eventuale uscita di scena di Matteo Renzi? E colui che partì per rottamare tutto il mondo è così disponibile a essere rottamato anzitempo? Sono questi i nodi che dovranno essere sciolti in assemblea. Un consesso al quale guardano tutti i partiti, poiché il destino di Matteo Renzi nel Pd sancirà le mosse del m5s per l'offerta di un calumet della pace con i dem o per una chiusura definitiva che riaprirebbe il dialogo con la Lega.
Insomma, altro che semplice senatore! Lo shakespeariano spettro di Renzi continua a infestare le trattative per la formazione di un governo e alimenta la speranza nei suoi sostenitori che attendono l'alba di nuovi giorni di gloria, augurandosi disperatamente che non sia già il tramonto.