Politica
Governo, Meloni a Salvini: "Le nostre strade si dividono". Esclusivo
I contenuti del colloquio premier-vicepremier a Palazzo Chigi
Meloni rompe con Salvini sulle alleanze Ue. FdI ancorata al Ppe anche se regala voti alla Lega
"Le nostre strade in Europa si dividono". È questo in estrema sintesi, secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di rivelare, il messaggio comunicato dalla premier Giorgia Meloni al ministro Matteo Salvini nel colloquio a Palazzo Chigi che hanno avuto nel tardi pomeriggio dopo che la presidente del Consiglio ha incontrato la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. La leader di Fratelli d'Italia ha deciso che sarà in maggioranza nella prossima legislatura Ue, chiunque sia la presidente (la stessa Metsola o il bis di Ursula von der Leyen).
Il chiarimento si è reso necessario dopo la convention delle destre europee organizzata da Salvini domenica scorsa a Firenze con lo slogan 'no all'incrocio con Macron e le sinistre'. È vero che negli ultimi cinque anni a Strasburgo e a Bruxelles i Conservatori Riformisti di Fratelli d'Italia e Identità e Democrazia della Lega hanno spesso votato nello stesso modo, specie contro le politiche ideologiche e ultra-green che danneggiano l'economia italiana, ma ora Meloni è il capo del governo e non può permettersi di stare all'opposizione delle istituzioni Ue in una delicatissima fase con molti dossier sul tavolo, dai migranti al Pnrr, dall'unione bancaria alla riforma del Patto di Stabilità (quest'ultima tutta in salita con lo scontro Berlino-Roma).
Meloni ha anche voluto mettere le mani avanti con Salvini e fare chiarezza prima che il vicepremier leghista lanci il patto anti-inciucio europeo, ricalcando ciò che fece la stessa Meloni prima delle elezioni politiche in Italia. Ma nella trappola non cascano né Fratello d'Italia né Forza Italia che con Antonio Tajani al question time in Parlamento ha derubricato le divisioni del Centrodestra a livello europeo affermando che ognuno è libero di fare le proprio scelte ma che il governo italiano va avanti coeso.
Insomma, due piani diversi. A Salvini non resterà che giocare la partita del duro e puro contro l'inciucio, contro Ursula e Metsola cercando di sottrarre il maggior numero di voti possibili a destra a Fratelli d'Italia. Meloni lo sa bene ma non può fare altrimenti è va avanti con il dialogo con il Ppe di Manfred Weber (prima forza all'Euro Camera) anche se questo dovesse costare una frattura in ECR e l'addio ormai certo al sogno del 30%. Ma quando si governa e si è premier conta più la realpolitik degli storici slogan.