Politica
Metsola a Palazzo Chigi da Meloni. Premier nella maggioranza Ue. Inside
E Tajani sminuisce le differenze con le destre leghiste
Il faccia a faccia si inquadra nei prossimi equilibri per il dopo elezioni europee del 9 giugno 2024
"L'incontro è andato molto bene, abbiamo contatti regolari. Stiamo preparando il Consiglio europeo". Così la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola interpellata dai cronisti mentre lasciava Palazzo Chigi al termine dell'incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "A Roma, con Giorgia Meloni. Continueremo il nostro lavoro per un'Europa che è di tutti i cittadini. Più libera e sicura", scrive poi su X la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, dopo l'incontro con la premier a Palazzo Chigi.
Dietro le quinte, il faccia a faccia si inquadra nei prossimi equilibri per il dopo elezioni europee del 9 giugno 2024. Come ha scritto ieri Affaritaliani.it, c'è un patto tra Meloni e Tajani per sostenere o l'Ursula-bis alla guida della Commissione europea o proprio Metsola ai vertici dell'esecutiivo europeo. Un Patto per "salvare il Paese" in un momento difficile e con tanti dossier delicati aperti: dai migranti al Pnrr, dalla riforma del Patto Ue al Pnrr. Meloni è pronta a sostenere la nuova maggioranza europea pur dividendo i Conservatoori Riformisti di ECR, avvicinandosi così al Ppe di Manfred Weber.
Non a casa Tajani in Parlamento è stato molto cauto sulle alleanze europee. Intervenendo al question time alla Camera dei deputati, il ministro degli esteri ha osservato: "Le coalizioni nazionali non si basano sulla comune appartenenza alle famiglie europee, chi si augura una nostra spaccatura resterà deluso". Il vicepremier commentava così la manifestazione della convention di Identità e democrazia organizzata dal leader della Lega - e vicepremier - Matteo Salvini, tenutasi recentemente a Firenze. E ancora: i partiti che oggi esprimono preoccupazioni sugli alleati della Lega sono gli stessi che formarono un governo con la Lega nella precedente legislatura, ha ricordato il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un question time alla Camera sul meeting di Identità e democrazia. Tajani ha citato Italia Viva, il Pd e M5s, in diversi esecutivi, ed anche allora "la Lega aveva gli stessi alleati in Europa, compresa Afd, e non mi sembra che" questi alleati "suscitassero le preoccupazioni di oggi". E "se non c'era non ragione di preoccuparsi allora non ce n'è evidentemente adesso", ha aggiunto.
Il piano è chiaro: Meloni e Tajani con la maggioranza Ue (Von der Leyen o Metsola) e Salvini all'opposizione.