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Politica
Rai, balneari, autonomia e cittadinanza: molte grane per Meloni. Tutti i nodi aperti: tenere insieme il governo non sarà facile...
Giorgia Meloni al centro; Antonio Tajani a sinistra; Matteo Salvini a destra

Vertice di maggioranza, solo un primo ragionamento sulla manovra: tutti sanno che mai come quest’anno - tra effetti del Superbonus e nuovo Patto di Stabilità Ue - la coperta è corta, anzi cortissima


Una ripresa dei lavori non proprio soft quella che attende Giorgia Meloni in questo fine agosto. Il vertice previsto per venerdì con i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini sarà un crocevia importante. Dato per acquisito il via libera di Forza Italia e Lega all’indicazione di Raffaele Fitto come Commissario europeo, restano da definire le sue deleghe e soprattutto il nodo della Vicepresidenza esecutiva. Ma, va da sé, su questo Meloni può contare sul sostegno compatto degli alleati: più forti saranno ruolo e delega del ministro pugliese, maggiore sarà il successo dell’intero governo. 

Ma è su altri temi che Meloni si prepara a esercitare la sua forte moral suasion. C’è da chiudere in fretta la vertenza balneari, con un compromesso blindato che tenga conto della storica posizione della coalizione a sostegno della categoria, ma anche e soprattutto dei rilievi della Commissione Ue, del Quirinale e delle alte magistrature di Stato. Ci sono da smaltire le tossine dello scontro agostano sull’autonomia e soprattutto sullo Ius Scholae e chiarire fin da subito che non verrà tollerato che un pezzo di maggioranza (segnatamente Forza Italia) possa giocare di sponda con le sinistre per una rapida calendarizzazione parlamentare del tema. 

C’è da scegliere il candidato in Liguria, la prima regione al voto in questo autunno se, come sembra, non si andrà all’election day. Meloni sull’argomento è, come spesso ama dire, “laica”. Avrebbe gradito il leghista Edoardo Rixi che però ha declinato, sa che le truppe di Giovanni Toti sono ancora in campo e devono essere pienamente coinvolte nella campagna elettorale: motivo per cui crescono le quotazioni della deputata totiana Ilaria Cavo, già assessore regionale e volto noto della tv. La Liguria, nonostante le vicissitudini giudiziarie dell’ex Governatore, viene considerata ancora riconquistabile e il Centrodestra ci crede davvero, con conseguenti tensioni a sinistra sul nome di Andrea Orlando. 

C'è da ragionare anche sulla partita nomine Rai. Se da un lato non è ancora chiaro se il vertice del 30 agosto sia risolutivo o meno, dall'altro l'ipotesi che FdI possa ottenere una poltrona di peso, come quella dell'amministratore delegato, si fa sempre più concreta. Giampaolo Rossi, attualmente direttore generale di Viale Mazzini, dovrebbe diventare il prossimo Ceo. Simona Agnes, consigliera di amministrazione che piace a Forza Italia, è invece in pole per la presidenza. E al Carroccio che cosa rimane? Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it la staffetta potrebbe essere persino a tre: con Roberto Sergio, attuale amministratore delegato, in pole per la direzione generale. Ma non solo. Tra i ben informati circolano anche i nomi di Angela Mariella, attualmente direttrice delle relazioni istituzionali ed ex capo di Isoradio e Alessandro Casarini, ora direttore dei Tgr (telegiornali regionali).  Ma non è tutto. Ciò che rischia di paralizzare la partita per la presidenza potrebbero essere proprio i numeri. Agnes per conquistare la poltrona deve ottenere i due terzi dei voti della Commissione Vigilanza Rai, quindi la maggioranza di Cdx da sola non è autosufficiente. Serve, in qualche modo, trovare una contropartita che accontenti una delle due principali forze di opposizione, o Pd o M5S. 

Sarà invece soltanto un primo ragionamento quello sulla manovra di bilancio autunnale: tutti sanno che mai come quest’anno - tra effetti del Superbonus e nuovo Patto di Stabilità Ue - la coperta è corta, anzi cortissima. I ministri saranno chiamati a una cura dimagrante e le bandierine elettorali dei partiti di governo non troveranno grande spazio di soddisfazione. In questo quadro, con la campagna elettorale in tre regioni, con il fiato della famiglia Berlusconi sul collo di Tajani e quello del generale Vannacci sul collo di Salvini, spetterà ancora una volta a Meloni fare la sintesi. Che stavolta sarà probabilmente più difficile che in passato...




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