Politica

Governo, Salvini pronto a prendere i voti M5S al Sud

Salvatore Passaro

M5S, il 32% è un 'voto a tempo' e la Lega di Salvini è pronto a 'rubarglielo'

Il crollo dei grillini nelle lezioni in FVG è solo l’inizio di un declino nascosto ai più ma evidente ai più profondi analisti, così come la conferma che la Lega avrebbe vinto avanzando ancora.

Il 4 marzo il voto del Sud per M5S è stato un voto di scambio, come è sempre avvenuto al Sud dove –ricordiamo - i cappotti li facevano Dc prima e Forza Italia dopo. Sono gli stessi voti, le stesse dinamiche. E i vertici dei grillini questo lo sanno: il 32% è un voto a tempo, non  un voto acquisito ma dato in prestito. Così si spiega l’ostinazione di fare un governo a tutti i costi prima che sia troppo tardi. Le prossime elezioni li vedrà sconfitti e pian piano sparire.

L’unico che può conquistare quei voti è Salvini, perchè ha già messo radici, i dati di molti capoluoghi e piccoli comuni del sud indicano la lega in crescita. E perché se  vero come è e vero che i voti del Pd sono finiti al M5S è altrettanto vero che Salvini potrà ben assimilarli a sé. Perchè oggi il suo agire è visto da molti ceti medio bassi come un movimento popolare che vuole e chiede identità e partecipazione. Due elementi che il PD non ha e non può più rivendicare se non nel reducismo.

Mentre Salvini ne ha fatto la sua bandiera postideologica. La sinistra immigrazionista e terzomondista se ne faccia una ragione: il fattore identitario è l’aggregatore delle classi popolari di destra e sinistra, fiume in cui gli affluenti degli italiani esclusi dal gioco del mercato e della politica hanno fatto confluire le proprie speranze. Una lega nazionale e popolare, simbolicamente chiamata a sollevarsi contro le nouveaux citoyens impugnando il  Vangelo in piazza come una nuova Vandea. Simboli, parole e etica.

Dire ‘mi faccio da parte pur di dare un governo al paese’ nelle trattative con Di Maio ha sigillato una certa umiltà unendo le promesse  all’identità dell’uomo.Solo la stampa ancora renziana e post renziana continua a dipingerlo come l’uomo delle felpe e delle ruspe.Ma non è così. Anche lui come il m5s vuole un cambiamento radicale. Per arrivare ad un vero capovolgimento dei poteri nazionali ciò che dovrà fare è semplice: resistere ai soloni nazionali che lo vogliono moderato ed europeista per cooptarne l’etica e la spada. Combattere l’immigrazione come punto indifferibile del processo di difesa identitaria della nazione e ridare un senso all’idea di comunità nazionale su cui fondare politiche del lavoro e dell’industria basate su un consorzio unico nazionale per la competitività ed il lavoro in tutti i mercati del mondo e per settori verticali con in testa il governo e gli uffici dello stato  Fare propri i temi caldi delle regioni del sud, Ilva in primo piano e periferie , territorio e spopolamento, trasporti e ricerca. E prima di tutto, ‘eradicare’ mafia camorra e ‘ndrangheta. Con tutti i mezzi che la potenza dello Stato italiano gli consente giuridicamente e militarmente

Quindi assicurare al Nord – e per esteso alle regioni tutte- la riduzione della  fiscalità per imprese e lavoratori arrivando alla flat tax senza remore. E resettare (si, “resettare”) il contenzioso fiscale accumulato per una ripartenza del sistema italia oggi che è il momento più importante, un momento  in cui investimenti e progetti vogliono sposarsi per costruire sulle intelligenze degli imprenditori innovativi la nostra nuova economia industriale. La democrazia oggi è soprattutto un progetto di equità economica sostanziale e non moralistica, senza la quale parlare di diritti è impossibile: in questa fase è reale il pericolo che lo Stato Fiscale in mano a economisti europeisti con il chip incorporato dell’austerity made in Bruxelles, si trasformi in uno StatoBot -ossia robotico-  capace di divorare case, risparmi e stipendi delle classi medio basse.

Lo squilibrio esistente allo stato attuale dei conti è reale, ma lo pagherà chi non ha risorse .Tutto ciò involverà in disordini di piazza ben più estesi di quelli vissuti negli ultimi quarant’anni. Per farlo serve un progetto forte e concreto, credibile e competente. Matteo Salvini è l’unico che potrà farlo, perché potrà contare su una struttura politica e dirigenziale di primo livello nei prossimi  anni grazie alla classe cresciuta nelle amministrazioni regionali del nord ed ai suoi giovani futuri ministri. Non è escluso che potrebbe essergli facile incorporare Fratelli d’Italia oltre ad alcuni dei migliori esponenti del movimento 5 stelle, freschi di elezioni. Berlusconi è al tramonto anagrafico, fa bene ad accompagnarlo senza abbandonarlo. I suoi gli saranno riconoscenti se non altro perché sapranno chi seguire.

Ma al di la di tutto ciò che importa è che forse un uomo giovane come Salvini, maturato più che maturo, finora sia sia dimostrato impegnato nelle piazze e nelle teste ed abbia espresso una chiara e finora ininterrotta  volontà di riportare la politica ad essere l’alternativa libertaria alle direzioni obbligate dei poteri e dei sistemi consolidati. Italiani ed europei