Politica
Governo, verifica-farsa. Sciolgano i veri nodi o si facciano da parte
Mesta e imbarazzante fine anno per il governo Conte. Con la seconda ondata della pandemia che ancora imperversa, e con il piano vaccini incredibilmente in ritardo rispetto al resto del mondo, la traballante maggioranza giallo-rossa si inventa una verifica-farsa per non dire sostanzialmente niente, al di là dei soliti buoni propositi sul programma. Proprio come gli stati generali sull'economia della scorsa estate e il famigerato piano Colao, aria fritta e litri di inchiostro sprecati.
Mentre Matteo Renzi gioca a nascondino e rinvia il faccia a faccia con il premier per un impegno a Bruxelles della ministra Teresa Bellanova (riunione in agenda da tempo, quindi potevano anche dirlo prima), Partito Democratico e Movimento 5 Stelle fanno a gara a chi nega con maggior forza l'ipotesi del rimpasto. "Surreale", "non è all'ordine del giorno", bla bla bla. I termini si sprecano per assicurare e rassicurare che l'oggetto del contendere non sono le poltrone. Peccato che, come tutti sanno, nella squadra di governo ci siano molti nodi da sciogliere. Pd contro Fraccaro, M5S contro De Micheli, renziani contro Azzolina, Catalfo e Bonafede. Tutti contro Speranza, anche se nessuno lo ammetterà mai.
E sono solo alcuni dei nodi che faticano a venire al pettine ma che frenano l'azione dell'esecutivo. Se non si fa chiarezza e non si danno risposte agli appetiti (politici) dei partiti, a gennaio i problemi saranno ancora gli stessi con il logoramento continuo di Conte e la guerra interna infinita nella maggioranza. Il tutto con incredibili contraddizioni che avrebbero del grottesco, se non fossimo davanti a una tragedia. Come quella di dichiarare pochi giorni fa che tutta l'Italia sarà 'gialla' per le festività salvo correre ai ripari sull'esempio della Merkel e chiudere quasi tutto.
E, peggio ancora (su questo i renziani hanno stra-ragione), brindare come fa quotidianamente Palazzo Chigi alla crescita delle adesioni al cashback salvo poi allarmarsi per gli assembramenti nelle città provocati proprio dalla corsa agli acquisti che il governo incentiva. Un cortocircuito che non fa bene al Paese. Conte e i partiti di governo mettano da parte le formalità e le dichiarazioni di principio che non servono a nessuno, sistemino la squadra di governo, sostituendo i ministri sgraditi ribilanciando i pesi politici, poi si riparta.
Altrimenti nelle prossime settimane torneremo al punto di partenza come nel gioco dell'oca, con polemiche e colpi bassi quotidiani. Oppure prendano atto che il governo non è in grado di andare avanti e, subito dopo l'ok alla Legge di Bilancio, rimettano il pallino nelle mani del presidente della Repubblica che cercherà una nuova maggioranza e un nuovo premier o, ove non fosse non possibile, scioglierà le Camere. D'altronde negli Usa di Joe Biden, l'idolo che ha fatto innamorare Renzi e Zingaretti, hanno votato in piena pandemia. Nulla osta.