Politica

Il Conte ter affossato dai veti incrociati

Di Alberto Maggi

The game is over. E non poteva che finire così. L'esploratore Roberto Fico ha provato fino all'ultimo secondo, spinto soprattutto dal Pd, a trovare un accordo per far nascere il Conte ter, ma i veti incrociati soprattutto tra M5S e Italia Viva hanno fatto naufragare tutto. D'altronde non si capisce come avrebbero potuto stilare un patto di legislatura in quattro giorni dopo mesi e mesi di liti e scontri.

Matteo Renzi ha aperto una crisi pressoché incomprensibile e ha chiesto sostanziali cambiamenti a partire dalla giustizia. Ovvero via il Guardasigilli Alfonso Bonafede. I 5 Stelle si sono presentati al tavolo blindando proprio il capodelegazione dei grillini. E questo è solo un piccolo esempio, visto che la rottura è stata anche sulla scuola (Azzolina), sul reddito di cittadinanza (Catalfo), sul Recovery e sul Mes (Gualtieri), sulle infrastrutture (De Micheli). Posizioni inconciliabili.

Ora, finito questo accanimento terapeutico, l'unica strada sensata appare quella delle elezioni anticipate dopo aver messo in sicurezza in Parlamento i decreti più urgenti, a partire dall'ultimo sui ristori, sui quali il Centrodestra si è già detto pronto a convergere. Antonio Tajani su Affaritaliani.it ha escluso categoricamente la maggioranza Ursula e i veti incrociati tra Pd e Fratelli d'Italia-Lega impediscono le larghe intese. Basta, enough is enough.

Si vada al voto. Pd e M5S non abbiano paura, visto che la simulazione sui seggi dell'Istituto Ixé assegna loro addirittura una vittoria, seppur risicata. Tutto è aperto, considerando anche la probabile lista Conte e la popolarità di cui ancora gode il premier dimissionario. E non vengano a raccontarci che i parlamentari grillini temono di non tornare nel Palazzo e di perdere poltrone e stipendi... Chi ha voluto fortemente il taglio dei parlamentari? Ecco, è il momento di passare dalle parole ai fatti.