Politica
Il flop di Renzi e il precedente di D'Alema che si dimise nel 2000...
Renzi annuncia che non si dimette neppure in caso di flop ai ballottaggi, ma proprio il 'rottamato' D'Alema lo fece nella primavera del 2000 quando...
E' legittima l'intenzione di Matteo Renzi, annunciata venerdì al "Corriere della Sera", di non dimettersi, qualora, dalle urne dei ballottaggi, scaturisse un risultato non favorevole ai candidati del PD.
Appare, tuttavia, discutibile definire un "voto locale" la scelta dei cittadini dei nuovi Sindaci di Milano, Roma e delle città più grandi e importanti del Paese.
C'è un precedente e riguarda Massimo D'Alema, che l'attuale premier ha "rottamato".
Lo storico avversario di Veltroni diede le dimissioni, nella primavera del 2000. Lo fece all'indomani di un voto.
Anche quelle non erano elezioni politiche, ma regionali.
Dal momento, tuttavia, che la campagna elettorale si era svolta all'insegna della sfida, politica, tra i leader del centrosinistra, D' Alema, e quello del centrodestra, Silvio Berlusconi,
il capo dell'esecutivo andò al Quirinale e rassegnò le dimissioni nelle mani dell'allora Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi.
E ai giornalisti spiegò che la decisione l'aveva presa, nella notte dopo il voto, quando, poco prima dell'alba, le proiezioni, ormai consolidate, le tante bandierine azzurre, apparse nello studio tv di Emilio Fede, e le prime cifre ufficiali, avevano delineato il quadro di una pesante sconfitta del centrosinistra.
Orgoglioso e dignitoso, il primo ex dirigente del PCI di Enrico Berlinguer, asceso alla guida del governo del Paese, spiegò : "Non mi faccio imporre le dimissioni dal centrodestra".
Valutazioni, legittimamente, diverse, quelle di Renzi rispetto a quelle di D'Alema, anche se entrambi hanno caratteri forti, risoluti. E ricordano il decisionismo di Bettino Craxi (1934-2000).
Mentre il successore di Romano Prodi, per governare, fu sostenuto, in Parlamento, dai voti dei gruppi di Clemente Mastella, ex CCD, e dei "quattro gattoni" di Francesco Cossiga, Matteo Renzi ha accettato- dopo la rottura, decisa da Berlusconi, del "patto del Nazareno"- i consensi del gruppo dell'ex coordinatore nazionale del PDL, Denis Verdini.
Nell'intervista al "Corriere della Sera", l'ex Sindaco di Firenze ha "scaricato" il senatore toscano: con lui nessuna alleanza, solo intese a carattere locale, per l'elezioni dei Sindaci di Napoli e Cosenza.
D'Alema, invece, dopo la sconfitta, non "scaricò" gli alleati pro-tempore. E a Renzi, forse, la giornalista del "Corriere della Sera", donna Maria Teresa Meli-giornalista tutt'altro che ostile all'ex Sindaco di Firenze- avrebbe dovuto chiedere se, a Napoli e a Cosenza, i candidati, deboli, a primo cittadino li abbia scelti Verdini o, personalmente, come ha fatto, il segretario del PD....
Pietro Mancini