Il nipote di Tatarella: "Tra Salvini e Meloni Fitto resterà al centro"
FABRIZIO TATARELLA, NIPOTE DI PINUCCIO, SCRIVE AD AFFARI
Non si conosce ancora la legge elettorale con la quale andremo a votare alle politiche del 2018 né, in particolare, se questa, impianto proporzionale a parte, prevedrà un premio alla lista o alla coalizione di liste. In caso di lista unitaria del centrodestra con tutti dentro, ovviamente, le soglie di sbarramento non saranno un problema, ripetendosi il vecchio schema del 70 a 30 nella composizione delle liste del Pdl tra Fi e An con nuove quote (35 Fi; 35 Lega; 10 Fdi; 20 civici, centristi e altre sigle minori).
Nell’ipotesi di coalizione di liste con sbarramento al 4-5% cosa accadrebbe per i partiti minori? E’ evidente che vi sarà una spinta ad aggregarsi per non morire. Nei mesi scorsi si era parlato, proprio in previsione di questa seconda ipotesi, di un ingresso della pattuglia fittiana di Direzione Italia in Fdi, ma la Meloni ha posto il suo veto. Adesso si parla con insistenza di una vicinanza tra Fitto e Salvini e di una probabile intesa politica tra i due leader che al Parlamento europeo non aderiscono al PPE. Alla fine è molto possibile che Raffaele Fitto seguirà il suo naturale istinto e percorso, ossia resterà al centro. Non nel centrino autonomo che immaginava Alfano, distinto e distante dai due poli, ma probabilmente nella quarta gamba del centrodestra, quella lista civica e centrista, moderata e liberale con Enrico Costa, Gaetano Quagliariello, Stefano Parisi e l’Udc di Lorenzo Cesa, ancorata al centrodestra.
Il problema di Raffaele, tuttavia, non è dove andare o dove approdare, ma come arrivarvi. Ma quanto vale Fitto oggi? Nei sondaggi attorno allo 0,3%, dicono in Fdi e Lega, dove hanno provato a fare dei calcoli valutandolo attorno a meno di 300mila voti in tutta Italia.
Alle Europee del 2014 nelle lsite di Forza Italia e con la triplice preferenza, che consentiva accordi fuori regione, Fitto ha conquistato oltre 275mila preferenze, di cui 184 mila in Puglia e le restanti 90 mila nel vasto collegio meridionale da Pescara a Reggio Calabria. Alle regionali del 2015 in Puglia la sua lista Oltre ha raggiunto il 9% pari a 155mila preferenze, ma oggi con molti amici che non sono più al potere quel dato potrebbe essersi notevolmente ridimensionato
Inoltre, gli abbandoni di Rocco Palese ed altri hanno minato il progetto di Fitto e molti suoi fedelissimi, per paura di non essere rieletti, iniziano a muoversi autonomamente cercando nuove strade. Come arriverà Fitto, tra 5 mesi, alle trattative per la composizione delle liste? Quanti voti potrà dire di contare ancora in Puglia e nel Paese? Quanti deputati gli riconosceranno?
Per tutte queste ragioni è facile immaginare che Fitto resterà coerente con la sua storia di centrista, evitando di entrare in contenitori dove è poco amato e con i quali ha poche affinità politiche. Meglio contare in una piccola lista centrista in grado di superare il 4% e in cui portare una dote maggiore e determinante, tale da considerarsi paradossalmente un azionista di maggioranza di un nuovo soggetto nascente pur se piccolo, che elemosinare a Salvini alcuni seggi in cambio della sua penetrazione al Sud.
Potrebbero essere queste le motivazioni di real politik che consentirebbero a Fitto di restare nel centro destra e contare ancora.
Avv. Fabrizio Tatarella