Politica
"Il Paese che vogliamo", le priorità degli agricoltori di Cia al nuovo governo
Il roadshow sui progetti di riforma arriva a Benevento. Dagli interventi di manutenzione delle infrastrutture alle politiche per il territorio e di coesione
Arrivano da “Il Paese che Vogliamo” le proposte del settore primario. E saranno presto sul tavolo del nuovo governo. Sono diverse le priorità di Cia-Agricoltori Italiani per cambiare l’Italia. Dopo la prima tappa a Sassello, entroterra savonese, ha raggiunto al Sud, Benevento, il roadshow voluto da Cia per portare sul territorio, il progetto di riforma che fa il punto sulle azioni non più rinviabili per il Paese. Interventi di manutenzione delle infrastrutture, politiche di governo del territorio, sviluppo di filiere a vocazione territoriale, nuovi sistemi di gestione della fauna selvatica e coesione istituzioni-enti locali per il rilancio delle aree interne in Europa: queste le urgenze al centro dei tavoli tematici dell'appuntamento interregionale (Campania, Calabria e Basilicata) tra gli Agricoltori Italiani e le istituzioni regionali e locali, oltre alle rappresentanze di enti e società civile.
Cia, rinnova così il suo impegno a servizio dei cittadini con l’agricoltura motore del rilancio economico e sociale del Paese, soprattutto nel Meridione e nelle sue aree interne. E’ il caso del beneventano, dove il settore agricolo è fondamentale per la tenuta della provincia, con il 40% delle superfici vitate della regione (la Campania conta 30 mila ettari di vigna) e oltre 11 mila aziende, un terzo delle quali solo nel Sannio, Città Europea del Vino 2019.
“Abbiamo avviato anche per il Sud un percorso importante di ascolto e condivisione delle criticità”, commenta Alessandro Mastrocinque, presidente di Cia Campania (nella foto). Ad accomunare le tre regioni coinvolte nella tappa, questioni in stallo da tempo, dall’eccessiva frammentazione del sistema istituzionale alla mancanza di un interlocutore dove prima c’erano le Province, dalla debolezza delle reti digitali alla carenza di infrastrutture fisiche, dall’invecchiamento e spopolamento -continua Mastrocinque- alla difficoltà nello sviluppare filiere”. L’agricoltura che è caratterizzante nell’Appennino meridionale, può secondo il presidente di Cia Campania, accogliere la sfida. “Occorre però lavorare su formazione, ricerca e innovazione”.
“Siamo a servizio delle comunità come dell'agricoltura, il cui sviluppo nell’entroterra d’Italia è estremamente concatenato”. Lo sottolineaDino Scanavino, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani. “Il roadshow che stiamo realizzando, deve contribuire a ridare dignità agli 11 milioni di cittadini che sono anche agricoltori, della dorsale appenninica. Riattiviamo una sinergia con i territori -aggiunge Scanavino- protagonisti di presidio e prevenzione. Con competenze e capacità adeguate e da incentivare, tengono lontano lo stato d’emergenza in ogni campo”.
Al termine degli incontri dedicati al progetto, Cia presenterà un dossier al governo e, spiega il presidente nazionale Scanavino, “non sarà un testo di suggerimenti, ma di condizioni perché le aree interne non insorgano”.
Prossimo appuntamento con le tappe del roadshow a novembre nel Centro Italia, tra i Comuni nel cratere del sisma 2016.