Politica

Il Pd cambia nome. Letta si riprende Mdp e unisce Conte, Calenda e Renzi

Di Alberto Maggi

Primo step le Amministrative, obiettivo le Politiche per battere le destre di Salvini e Meloni



Nel rassemblement neo-ulivista certamente ci saranno anche i 5 Stelle di Giuseppe Conte, come ha spiegato Michele Emiliano ad Affaritaliani.it, che queste elezioni hanno dimostrato come non possano più svolgere il ruolo del terzo polo. Il cammino è tutto da costruire, ma il modello Napoli con l'elezione di Gaetano Manfredi, ex ministro del governo Conte II, con percentuali bulgare è la strada da seguire. Non solo rose, ma anche spine.

Nel raggruppamento, oltre ai Socialisti ed Europa Verde, dovrebbe entrare anche l'ala moderata e liberale, rappresentata da Azione di Carlo Calenda e da Italia Viva di Matteo Renzi, oltre a Più Europa, che, a differenza di Articolo 1-Mdp, manterranno la loro autonomia, magari unendosi tra loro, pur nella coalizione, ma senza tornare nel Pd. Il problema è che praticamente tutti i giorni sia Calenda sia Renzi sparano alzo zero sui 5 Stelle in particolare sull'ex presidente del Consiglio, creando non pochi problemi a Letta nelle vesti di costruttore del nuovo rassemblement.

Ma la strada è segnata e, come dimostrano le elezioni amministrative, per battere le destre serve anche l'area del civismo di centro, oltre a quello che resta dei pentastellati e alla sinistra. Un minimo comun denominatore dovrà essere trovato per forza. E, ultimo tassello non affatto banale, un congresso del Partito Democratico che potrebbe tenersi dopo l'elezione del presidente della Repubblica e prima che si inizi a ragionare sulle liste per le Politiche, non è escluso che decida di cambiare il nome del Pd, proprio per proseguire nel percorso iniziato con le "Agorà democratiche" e che sfocerà nel nuovo, ampio, fronte riformista, progressista e liberale.