Politica
Inchiesta a Genova, ecco la memoria integrale di Toti: scarica
Il probabile candidato del Centrosinistra alle prossime elezioni liguri Orlando: "Regione paralizzata, la destra dica che cosa vuole fare"
Inchiesta a Genova, Toti dopo 9 ore: "Ecco la mia verità"
Quasi nove ore di interrogatorio e 180 domande da parte della procura. La giornata della verita' di Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, ai domiciliari con l'accusa di corruzione dallo scorso 7 maggio, e' scandita da questi numeri. L'interrogatorio fiume, richiesto dallo stesso governatore dopo aver scelto di avvalersi della facolta' di non rispondere davanti al gip lo scorso 10 maggio, si e' svolto nella caserma della Guardia di Finanza nel porto di Genova.
Toti ha risposto a tutte le domande e ha consegnato ai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, oltre che all'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, una memoria di 17 pagine per "spiegare le linee politiche e morali che, da quanto ho assunto l'onore di guidare Regione Liguria, hanno sempre informato l'attivita' perseguita dalla Giunta regionale nella unica prospettiva di servire il bene e l'interesse comune dei cittadini liguri e delle loro istituzioni: ogni euro incassato e' stato destinato alla politica", con tutte le spese tracciabili in ogni momento, ha scritto il governatore. Una memoria in cui ribadisce "la ferma volonta' di collaborare, con trasparenza ed onesta', alla ricostruzione della Verita' nel supremo interesse della Giustizia, per restituire alla mia figura di uomo e di servitore dello Stato la Dignita' che ho costantemente cercato di preservare".
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L'interrogatorio investigativo si e' svolto negli uffici del Reparto operativo navale, il Roan della Guardia di finanza a Molo Giano. Il posto dove, il 7 maggio 2013, morirono 9 persone per il crollo della Torre piloti buttata giu' dalla Jolly Nero. Le domande che i pm gli hanno rivolto, hanno riguardato i capi di imputazione contestati al momento dell'arresto: il presunto voto di scambio e la corruzione.
Toti ha spiegato che le sue azioni "(anche quelle contestate) sono state ispirate, certamente dalla giusta attenzione verso le imprese operanti sul territorio, ma nell'unica prospettiva della tutela dell'interesse collettivo e del suo progresso", che "ogni euro incassato ha avuto una destinazione politica: nessun contributo ha prodotto arricchimento o utilita' personale a me, agli altri appartenenti al mio partito o a terzi privati" e che non si e' "mai sentito debitore nei confronti di chi aveva contribuito alla mia iniziativa politica". Ora il governatore e' intenzionato a chiedere al gip la revoca della misura cautelare dei domiciliari, un passo determinante anche per chiarire il suo futuro politico. Se il gip dovesse accettare, Toti infatti potrebbe avviare un confronto con la sua maggioranza e decidere se dimettersi o meno dalla carica di governatore. Per sapere se accadra', bisognera' attendere almeno una settimana.
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Orlando: "La Liguria è paralizzata destra dica cosa vuole fare"
"A oltre due settimane dall'arresto di Toti, dica la destra come rendere compatibile l'amministrazione della Liguria, alle prese con una gigantesca mole di investimenti, con lo stallo che si è venuto a creare". Lo spiega Andrea Orlando, 'ex Guardasigilli e deputato del Pd, spezzino di nascita, il più accreditato fra i papabili del centrosinistra alla successione del governatore attuale, in un'intervista a Repubblica. "Poiché Giorgia Meloni ha sempre sventolato la bandiera dello sviluppo e della crescita, dell'attenzione alle imprese, della velocità nell'attuazione del Pnrr, ora tocca a lei a spiegare come tutto questo si possa fare in una regione sostanzialmente paralizzata - prosegue -. E ciò al netto del giudizio politico sulla vicenda, ovvero che ci troviamo di fronte a un esproprio di democrazia".
Orlando spiega come da tempo denunciava "un'oligarchia predatoria in Regione. Pur senza avere gli elementi di oggi, i segnali già c'erano: i protagonisti dei raid economici e urbanistici erano sempre i soliti; i commissariamenti erano finalizzati a saltare i percorsi ordinari; pezzi di informazione erano condizionati da questo sistema". Alla domanda se le elezioni anticipate sono l'unica opzione possibile l'ex ministro risponde secco: "Qual è l'alternativa? Dica la destra come vuole continuare e se può".