Politica

Inchiesta Qatar-Bruxelles, questione morale tallone d'Achille della sinistra

di Vincenzo Caccioppoli

Inchiesta Qatar-Bruxelles, l'assordante silenzio della sinistra

Non è certo un'invenzione giornalistica quella secondo cui ormai il Pd sia diventato il partito della Ztl,  ossia il più votato nei quartieri più ricchi della città ma quello meno votato nelle periferie. L'elettorato che ha sempre considerato e visto il partito di sinistra come quello che doveva difendere i diritti degli ultimi e che doveva distinguersi dagli altri per una innata caratteristica di altruismo e di servizio al bene comune, non si riconosce più in un partito formato da correnti, potentati, lobbisti di vario genere (a proposito il fatto che un vecchio uomo di apparato come Massimo D’Alema adesso si sia messo  a fare il lobbista per paesi il cui livello di democrazia è assai basso, lascia di certo un pò sconcertati, pur nella assoluta legittimità della sua attività) e centri di interesse.

Il centrodestra, prima con la Lega di Salvini ( a cui va il gran merito di aver saputo per primo intercettare il voto proprio di tanti scontenti della sinistra) e poi ora con Fratelli d’Italia della premier Meloni, ha saputo con grande maestria cavalcare questo scontento ed intercettare parti del voto di questi disillusi da una sinistra, che ormai ha perso identità, valori e pure la faccia. La coerenza è quella che alla fine paga, come ha dimostrato l'incredibile ascesa della meloni e del suo partitino, nella vita così come nella politica. La bruttisima vicenda di Bruxelles i cui contorni dovranno ancora essere chiariti, dimostra attraverso le intercettazioni tra Panzeri e la moglie, un modus operandi, che plasticamente da il senso di come evidentemente alcuni usano e sfruttano la politica solo come ascensore verso il benessere personale. Ma un benessere che non è solo la naturale aspirazione ad avere una vita decorosa e migliore per sè e per la propria famiglia, ma un amore smodato per il lusso ( una vacanza da 100.000 euro è davvero uno sfregio ed un'offesa a quanti faticano ad arrivare a fine mese ) che fa veramente a pugni con la stessa essenza dei partiti di sinistra e del sindacato che a quella corrente si ispira.

Ed è per questo che la sinistra avrebbe assolutamente dovuto lasciare da parte prudenza e garantismo e imbarazzo, per accusare e denunciare, senza se e senza ma, un comportamento comunque scandaloso come quello adottato da un loro esponente di peso, e non da l’ultimo dei peones. Troppo facile accusare la destra di Salvini e la Meloni di appoggiare governi, a dir loro, poco democratici, come quello ungherese di Orban e quello polacco, che sono a pieno diritto membri della Ue, se poi in cambio di un fiume di petrodollari, si chiude un occhio ( forse tutti e due) sulle gravissime limitazioni alle libertà e ai diritti sociali, che avvengono in paesi come Qatar, Marocco o Arabia Saudita. E’ sempre per quella questione di coerenza di cui si parlava prima. 

Se la sinistra non comincia a fare i conti con la propria coscienza e a liberarsi di troppe connivenze e connessioni con il mondo degli affari e con le lobbies, che sono cresciute sempre più all’interno del partito, in questi anni di governo e che spesso hanno permesso una lunga permanenza nella stanza dei bottoni, senza praticamente aver mai vinto un'elezione, il declino del partito sarà sempre più inevitabile e profondo. E non basterà certo un nuovo segretario, magari presentabile e con un pedigree di sinistra ( e magari pure donna, che fa chic e non impegna) a risollevare le sorti di un partito e di una parte politica, forse mai in una crisi profonda, come in questo momento.